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La morte dell'ultras Fabrizio Piscitelli a Roma

Omicidio Diabolik, incendiata la panchina dell’agguato: sopra c’erano fiori e sciarpe della Lazio

Nella notte qualcuno ha dato alle fiamme la panchina dov’era seduto Fabrizio Piscitelli, Diabolik, quando è stato ucciso. Per ora non è chiaro chi sia stato a compiere il gesto, ma l’ipotesi più probabile è quella di un atto intimidatorio.
A cura di Enrico Tata
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La panchina dov'è stato ucciso Fabrizio Piscitelli
La panchina dov'è stato ucciso Fabrizio Piscitelli
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Qualcuno ha incendiato la panchina dov'era seduto Fabrizio Piscitelli, Diabolik, quando è stato ucciso. Decorata con fiori, sciarpe e bandiere della Lazio dagli ultras, nella notte ignoti hanno appiccato un rogo, probabilmente a scopo intimidatorio. L'agguato in cui ha perso la vita Piscitelli è avvenuto lo scorso 7 agosto in un angolo di via Lemonia all'interno del Parco degli Acquedotti a Roma. Le indagini proseguono e l'omicida, per il momento, resta ancora ignoto.

Continuano le indagini sulla morte di Diabolik, verifiche su confessioni Gaudenzi

In queste ore gli investigatori stanno cercando di trovare riscontri in merito alle dichiarazioni rese dall'unica persona che dice di sapere perché e per mano di chi è morto Diabolik, ex capo degli Irriducibili della Lazio: si tratta di Fabio Gaudenzi, arrestato e ora in carcere a Rebibbia per possesso di armi da guerra. In un video su Youtube in cui annunciava il suo arresto ha dichiarato di sapere chi è il mandante dell'omicidio di Fabrizio Piscitelli. Ai magistrati dell'antimafia di Roma ha raccontato di alcuni "affari" che legano lui e Piscitelli, tra questi un presunto traffico d'oro con l'Africa e il Medioriente.

L'avvocato di Guadenzi: "Ha parlato, vuole vendicare morte di Piscitelli"

"Ha raccontato quello che sa in una ricostruzione circostanziata. Ha deciso di fare i nomi non perché vuole diventare un collaboratore di giustizia ma perché vuole vendicare la morte di Piscitelli e quella di un suo altro amico, Maurizio Terminali, avvenuta di recente a Brescia. Ha ricostruito la sua vicenda, ha fatto nomi e cognomi e in alcuni casi anche gli indirizzi delle persone coinvolte in questa storia", ha dichiarato il suo legale, l'avvocato Marcello Petrelli. Come detto, investigatori e inquirenti stanno cercando conferme nelle parole pronunciate da Gaudenzi, esponente dell'estrema destra romana legato a Massimo Carminati, l'ex Nar e principale indagato nell'inchiesta su Mafia Capitale.

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