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Omicidio Marco Vannini

Omicidio di Marco Vannini, Selvaggia Lucarelli: “Difendo la famiglia Ciontoli dall’odio collettivo”

Selvaggia Lucarelli in un articolo sull’omicidio di Marco Vannini pubblicato su Il Fatto Quotidiano ha preso le distanze da ciò che ha definito “un accanimento mediatico volto alla morte sociale dei Ciontoli” dicendo che “meritano di scontare la loro pena, ma non in questo esilio penoso”. Tantissime le critiche.
A cura di Alessia Rabbai
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"Difendo la famiglia Ciontoli dall'odio collettivo". A scriverlo è Selvaggia Lucarelli in un articolo sull'omicidio di Marco Vannini pubblicato su Il Fatto Quotidiano per far riflettere i lettori sulla disperazione del capofamiglia Antonio, di Maria Pezzillo, della fidanzata di Marco, Martina, di Federico e Viola Giorgini "dopo la tragedia che hanno causato con la loro scelleratezza". In un lungo post Facebook la giornalista si è espressa sull'accanimento dell'opinione pubblica incitato dai media nei confronti della famiglia Ciontoli, accusata a vario titolo di aver provocato la morte del 20enne di Cerveteri  la notte tra il 17 e il 18 maggio del 2015, mentre si trovava nella loro villetta a Ladispoli, sul litorale a Nord della provincia di Roma. Selvaggia Lucarelli, premettendo la sua vicinanza a Marina, la mamma di Marco, prende le distanze dal processo mediatico in atto contro la famiglia Ciontoli, costretta a vivere "una tragedia parallela a quella dei genitori del 20enne ucciso", una condizione di "morte sociale" che definisce "non troppo distante dalla morte vera". I Ciontoli, come scrive Lucarelli, "vivono, ma nel disprezzo e nella riprovazione, appestati, nascosti come topi, protagonisti di uno degli accanimenti mediatici più feroci della storia italiana". Senza nulla togliere a Marco Vannini, continua la giornalista, si tratta di un comportamento collettivo ben lontano dal significato della parola ‘giustizia'. "Se schifare profondamente questo meccanismo è difendere i Ciontoli, allora sì, difendo Ciontoli. Perché meritano di scontare la loro pena, ma non questo esilio penoso, così diverso da qualsiasi cosa che possa anche solo vagamente assomigliare all’ombra di una nuova esistenza".

Un giorno in pretura a Martina Ciontoli: “Contrari ad accanimento mediatico”

Sulla contrarietà all'accanimento mediatico nei confronti della famiglia Ciontoli si era già espressa Roberta Petrelluzzi, giornalista e conduttrice di ‘Un giorno in pretura' in onda su Rai3. Petrelluzzi in anteprima alla puntata dedicata al ‘Caso Ciontoli' ha scritto su Facebook un post dedicato a Martina, l'ex fidanzata di Marco Vannini che ha suscitato molte polemiche. "Cara Martina Ciontoli, ti vogliamo far sapere che siamo assolutamente in disaccordo con questo accanimento mediatico che, non si capisce perché, vorrebbe la vostra morte civile" si legge nella lettera. Petrelluzzi ha definito l'accanimento mediatico come "un segno dei miseri tempi che stiamo vivendo, dove l'odio e il rancore prendono il sopravvento su qualsiasi altro sentimento" ha detto. E ha concluso "Ci auguriamo che il nostro lavoro riesca a riportare la tragedia vissuta (perché tragedia è) alle sue reali dimensioni".

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