Omicidio Desirée Mariottini, Campidoglio e Regione Lazio ammessi parte civile al processo
Comune di Roma e Regione Lazio sono stati ammessi come parte civile al processo per il tragico femminicidio di Desirée Mariottini, la giovane 16enne di Cisterna di Latina che lo scorso anno è morta dopo una notte di agonia in uno stabile abbandonato in via dei Lucani. Ammesse anche due associazioni: "Insieme con Marianna" e "Don't Worry – Noi possiamo Onlus". E proprio oggi si è svolto l'incidente probatorio in cui sono stati ascoltati (in forma protetta) i testimoni chiave del processo che vede imputati Alinno Chima, Mamadou Gara, Yussef Salia e Brian Minthe. Tutti e quattro sono accusati di omicidio, violenza sessuale e spaccio di droga. Mentre a piazzale Clodio si stava tenendo l'interrogatorio, nel piazzale antistanti il tribunale si è svolto un sit in animato dalla famiglia e dagli amici di Desiréé, che hanno srotolato due striscioni: uno con scritto "Desirée Mariottini figlia d'Italia vogliamo la certezza della pena", e altro "Desy vita nostra, ti amiamo". I testimoni sono stati ascoltati in forma protetta per il timore che venissero aggrediti, cosa già avvenuta in passato. Tutti e tre, infatti, hanno ricevuto pressioni affinché non dicessero cos'era accaduto la notte tra il 18 e il 19 ottobre 2018.
È passato quasi un anno dalla tragica morte di Desirée Mariottini. La giovane, che aveva problemi di tossicodipendenza, era fuggita per andare a San Lorenzo a cercare della droga. Il padre, infatti, aveva vietato agli spacciatori di Latina di vendere delle dosi alla figlia. Attirata nello stabile in via dei Lucani mentre si trovava insieme a un'amica, Antonella Fauntleroy, la 21enne accusata dalla procura di Roma di aver ceduto la droga a Desirée e poi arrestata. Secondo il racconto di Antonella, lei a un certo punto decide di andarsene, mentre Desirée rimane. E lì, dopo aver consumato della droga, viene violentata ripetutamente dalle persone presenti nello stabile. Accusati dello stupro sono i quattro imputati. Secondo le testimonianze delle persone presenti quella sera, i quattro aggressori avrebbero impedito agli altri di chiamare i soccorsi e anche di avvicinarsi a Desirée, lasciata morire su un materasso nello stabile abbandonato. Il giorno dopo è stata rinvenuta avvolta in una coperta dopo una chiamata anonima alle forze dell'ordine.