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Omicidio Ciro Esposito, chiesto lo sconto di pena per Daniele De Santis: sei anni in meno

Venti anni di reclusione invece dei ventisei decisi dai giudici nella sentenza di condanna di primo grado. Questa la richiesta formulata oggi dal procuratore generale alla corte del processo d’appello a carico di Daniele De Santis.
A cura di Enrico Tata
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Venti anni di reclusione invece dei ventisei decisi dai giudici nella sentenza di condanna di primo grado. Sei anni in meno. E' la richiesta formulata oggi dal procuratore generale Vincenzo Saveriano alla corte del processo d'appello a carico di Daniele De Santis, l'ultras romanista accusato dell'omicidio di Ciro Esposito avvenuto a Roma tre anni fa. La procura ha confermato l'accusa di omicidio volontario, ma ha chiesto ai giudici di non riconoscere l'aggravante dei futili motivi e di assolvere De Santis dall'accusa di rissa. "Il fatto non sussiste", ha detto Saveriano, che ha chiesto anche l'assoluzione degli altri due imputati nel procedimento, i tifosi napoletani Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito. In primo grado furono condannati a otto mesi di reclusione per rissa e lesioni al volto ai danni di De Santis.

Ciro Esposito, giovane tifoso del Napoli, fu gravemente ferito poco prima dell'inizio della finale di coppa Italia Fiorentina-Napoli il 3 maggio del 2014 a Roma. Morì dopo 53 giorni di agonia in ospedale. "La pena inflitta è congrua e giusta, per De Santis non provo odio perché l'ho perdonato", aveva dichiarato la madre di Ciro subito dopo la pronuncia dei giudici della Corte d'Assise in merito alla condanna dell'ultras romanista.

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