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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Omicidio Cerciello, il fratello: “Sembra ieri che l’hanno ucciso, carcere a vita per Elder e Natale”

Parla per la prima volta il fratello di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso da Finnegan Lee Elder la notte tra il 25 e il 26 luglio 2019. Paolo non ha mai perso un’udienza dall’inizio del processo ed è intenzionato a non saltarne nemmeno una. “Non voglio niente solo giustizia. Io non ho più mio fratello, ancora non mi sembra possibile”.
A cura di Natascia Grbic
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"Era un uomo esemplare, il top. Ho perso mio padre undici anni fa e lui l'ha sostituito. Amava il suo lavoro, amava l'Arma dei carabinieri, la famiglia. Metteva tutto se stesso nell'aiutare le persone. Metteva il cuore in tutto quello che faceva ed era orgoglioso di lavorare a Roma". Paolo è il fratello di Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere dei carabinieri ucciso con undici coltellate da Finnegan Lee Elder la notte del 26 luglio 2019. Da quando è cominciato il processo per l'omicidio, non ha mai perso un'udienza. Nonostante rivivere quei momenti sia per lui estremamente difficile. "Non posso stare a casa quando c'è il processo – ha spiegato fuori da piazzale Clodio – Non è facile rivivere quei momenti, ma voglio venire e sapere tutto in prima persona. Voglio capire cosa è accaduto".

La notte dell'omicidio di Mario Cerciello

La notte del 26 luglio 2019, Paolo Cerciello stava dormendo nella sua abitazione di Napoli. Non scorderà mai il momento in cui il telefono è squillato, cambiando la sua vita per sempre. "Non mi hanno detto immediatamente cos'era accaduto, solo che dovevo andare a Roma perché Mario era in ospedale. Ho realizzato che doveva essere successo qualcosa di grave durante il viaggio, ma non mi sarei mai aspettato una cosa del genere". E invece Mario era stato ucciso da undici coltellate sferzate da un giovane di vent'anni. Finnegan Lee Elder e il suo amico, Gabriel Natale Hjorth, saranno poi arrestati qualche ora dopo: erano tornati nella loro stanza d'albergo. Il coltello usato per l'omicidio era stato nascosto nel controsoffitto della camera. Da allora sono rinchiusi nel carcere di Regina Coeli: accusati di omicidio volontario in concorso, rischiano l'ergastolo.

"Ergastolo per i due ragazzi"

"Non voglio niente solo giustizia – conclude Paolo, distrutto dal dolore, la voce che fa fatica a uscire dalla gola – Io non ho più mio fratello, ancora non mi sembra possibile. La realtà però è questa ed è difficile da accettare. Questi due ragazzi che lo hanno ucciso devono avere l'ergastolo". Durante l'udienza odierna, è stata fatta sentire la voce di Mario durante la chiamata alla centrale. "Mi ha fatto male ascoltare".

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