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Luca Varani uciso da Manuel Foffo e Marco Prato

Omicicio Varani, Foffo condannato a 30 anni. Per i giudici: “Un freddo e lucido calcolatore”

Le motivazioni della condanna d’appello a 30 anni per Manuel Foffo, che il 5 marzo del 2016 ha seviziato e ucciso Luca Varani assieme a Marco Prato. Ventinove pagine in cui si ripercorre l’omicidio e il comportamento dell’imputato, descritto come “lucido” e determinato nel mettere in atto un “esercizio atrocemente compiaciuto e ripetuto di violenza sadica”.
A cura di Valerio Renzi
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Il 10 luglio 2018 la Corte d'Assise del Tribunale di Roma ha confermato la condanna di primo grado a 30 anni di reclusione per Manuel Foffo, reoconfesso di aver torturato e ucciso il 5 marzo del 2016 il 23enne Luca Varani, assieme a Marco Prato, suicidatosi nel carcere di Rebibbia. Ora sono state rese note le motivazioni della sentenza. Ventinove pagine in cui per prima cosa si ribadisce come Manuel Foffo al momento dell'omicidio fosse "pienamente capace di intendere e di volere". I giudici, sulla base delle perizie psichiatriche, chiariscono come l'imputato sia affetto da "un disturbo di personalità" seppur di "moderata gravità", ma non per questo il delitto sarebbe stato perseguito intenzionalmente da Foffo, l'omicidio "resta immune dall'influenza del disturbo di personalità".

L'assunzione di sostanze stupefacenti sarebbe poi correlata alla scelta di uccidere, non la causa: "Decide di assumere droghe in vista del compimento di azioni a sfondo sadico-sessuale su una vittima ancora da individuare. Gesto deliberato e volontario perpetrato con piena consapevolezza delle conseguenze". Stralciata inoltre la richiesta di riconoscimento di alcune attenuanti in virtù del riconoscimento di due alterazioni genetiche nel dna di Foffo dette polimorfismi, che possono incidere sulla predisposizione alla violenza e all'aggressività. Per la corte però non c'è nessuna correlazione certa tra l'omicidio e l'alterazione genica: "Non esiste per la comunità scientifica, alcuna evidenza positiva di correlazioni assolute fra polimorfismi e la commissione di determinate patologie di delitti – si legge nella sentenza – Può esservi una predisposizione dell'individuo al compimento di condotte criminose. Ma non può esservi alcun determinismo". Come dire, la genetica non determina il comportamento criminale delle persone.

Foffo e Prato per i giudici hanno scelto e pianificato di uccidere e hanno infierito sul corpo per provocare a Varani quanto più dolore possibile, in "un esercizio atrocemente compiaciuto e ripetuto di violenza sadica", messa in atto "da una coppia di individui impegnati a portare a termine un disegno perverso che prevedeva il raggiungimento del piacere personale attraverso l'inflizione di sofferenza a una vittima". La lucidità di Foffo sarebbe testimoniata poi dal suo comportamento nelle fasi subito dopo l'omicidio: "Nelle ore immediatamente successive al delitto ha intrattenuto intimità non lontano dal cadavere, si è riposato e ha posto in essere un'attiva di depistaggio, disfacendosi degli abiti e del telefono cellulare della vittima". Anche la confessione sarebbe stata dettata non da "ravvedimento", bensì da "un preciso calcolo di fronte alle inequivocabili prove".

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