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Il prof che ha prestato cellulare alla studentessa per l’esame: “Nostro dovere è aiutare studenti”

Ferdinando Bonessio, insegnante di educazione fisica della scuola Poggiari Spizzichino a Roma, con quarantatré anni di servizio e dal primo settembre in pensione, intervistato da Fanpage.it, ha raccontato l’esperienza vissuta con una bambina che non riusciva a collegarsi alla piattaforma per sostenere la prova di terza media.
A cura di Alessia Rabbai
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È andato in aiuto a una bambina che non riusciva a collegarsi per sostenere l'esame di terza media, raggiungendola a casa e facendole usare il proprio smartphone. Una storia di una scuola che include, di contatto umano e comprensione quella di Ferdinando Bonessio, insegnante di educazione fisica della scuola Poggiari Spizzichino del quartiere della Montagnola a Roma. Il docente, con quarantatré anni di servizio e dal primo settembre in pensione, intervistato da Fanpage.it, ha raccontato l'esperienza vissuta con una bambina che non riusciva a collegarsi alla piattaforma per sostenere la prova di terza media, e di come non abbia esitato un momento per aiutarla. "Stavamo svolgendo gli esami della classe 3B, la mia ultima classe, nell'elenco degli alunni c'era una ragazza che proviene dall'Ecuador, madrelingua spagnola, arrivata in Italia lo scorso anno, che vive a Roma sola con il padre ad Acilia.

La bambina, di turno per l'esame alle ore 12, aveva difficoltà a collegarsi. Non riuscendo ad interrogarla, abbiamo posticipato l'interrogazione alle ore 16 quando ad un certo punto ci siamo resi conto che era in preda ad una crisi di ansia e pianto. Allora ho proposto di provare a farle utilizzare la piattaforma precedente.Alcuni docenti si sono opposti per autorizzazioni burocratiche, ma io ho risposto che noi come docenti avevamo l'obbligo di facilitare al massimo le opportunità formative, in questo caso l'esame. Nonostante il nuovo tentativo, non c'è stato nulla da fare".

Poi l'idea, il professore ha chiesto ai colleghi di mantenere aperta la sessione d'esame e si è offerto di andare fisicamente con la sua auto nel quartiere di Acilia, per aiutarla insieme ad una collega. "La ragazza è scesa e aveva un grande sorriso, aveva ritrovato il rapporto affettivo con i propri insegnanti, dopo mesi di didattica a distanza. Siamo andati al bar e io tramite il mio cellulare le ho consentito di svolgere in modo del tutto regolare sulla piattaforma originale la sua interrogazione. Dopo l'esame le abbiamo offerto un gelato, spero le resterà un buon ricordo della scuola italiana, che è finalizzata ad includere".

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