Morte Piero Terracina, Liliana Segre: “Quando non ci saremo più c’è rischio di dimenticare la Shoah”
La morte ieri a Roma di Piero Terracina, deportato ad Auschwitz Birkenau e uni degli ultimi testimoni italiani dei campi di concentramento, ci obbliga a interrogarci sulla trasmissione della memoria della Shoah con la scomparsa dei sopravvissuti. Una questione affrontata oggi dalla senatrice a vita Liliana Segre, in un intervento pubblicato dal quotidiano La Stampa. "La morte di Piero Terracina, uno degli ultimi sopravvissuti di Auschwitz come me, è stata la prima notizia che mi è stata comunicata ieri mattina appena sveglia, ed è stato come se si sgretolasse un altro pezzo della nostra storia. – ha spiegato – Perdonerete se sono così pessimista, mi spiace soprattutto per i giovani che mi scrivono lettere meravigliose e per tutte le persone dolcissime che mi applaudono o mi fermano per strada, ma io credo che si coltivi troppo poco la memoria e che, con la nostra scomparsa, tutto finirà. Senza Piero, io oggi mi sento più sola".
Segre ha anche raccontato il rapporto con Terracina, maturato molti anni dopo il loro internamento: "Abbiamo iniziato a condividere le assemblee con gli studenti, i convegni ai memoriali, scoprendoci molto affettuosamente vicini. Lui purtroppo non ha avuto come me il conforto nella vita di una famiglia che gli trasmettesse lo stesso calore umano che ho avuto io, ma è stato circondato fino all'ultimo secondo da amici e persone che gli volevano bene, perché Piero era un uomo dolcissimo, dallo sguardo mansueto e sereno". La senatrice poi lancia l'allarme sul pericolo di dimenticare in assenza dei testimoni: "Quando non ci saremo più, nel giro di pochi anni i fatti di quella tragedia del Novecento che fu la Shoah, appariranno sempre più lontani, si ridurranno prima a un capitolo sui libri di storia, poi a una riga, infine neppure quello. Si dice che chi non conosce la propria storia è condannato a ripeterla, io preferisco usare le parole di Primo Levi: ‘Comprendere è impossibile, ma conoscere è necessario'. E la conoscenza è l'unica luce che ci può dare speranza in questo mondo di ignoranza sempre più diffusa".