Mohamed suicida in cella nel carcere di Viterbo: una raccolta fondi per rimpatriare la salma
Una raccolta fondi per rimpatriare la salma di Mohamed, morto a 24 anni suicida nel carcere Mammagialla di Viterbo. A lanciare l'iniziativa Baobab Experience, che ha seguito e assistito il giovane sudanese arrivato a Roma nel tentativo di raggiungere l'Inghilterra, occupandosi anche della richiesta di protezione internazionale. Fanpage.it da mesi segue le condizioni drammatiche dei detenuti nel carcere di Viterbo – da cui troppi sono i racconti di violenze e abusi che arrivano all'esterno – ha raccontato la sua storia, quella di un giovane che finisce in carcere per reati di poco conto e che si toglie la vita a pochi mesi dalla scarcerazione, trovandosi in una condizione di solitudine e di isolamento con i suoi ai affetti. "Purtroppo con il cuore spezzato anche per Mohamed ci sentiamo in dovere di raccogliere fondi per il rimpatrio della salma e siamo qui a chiedervi ancora una volta di sostenerci con un vostro contributo, perché le pratiche si possano svolgere nel più breve tempo possibile – si legge in una nota del Baobab – Nonostante le raccolte lanciate in nostro favore non abbiamo ancora liquidità per farlo, vi chiediamo quindi di aiutarci a raccogliere fondi nel più breve tempo possibile".
Come fare una donazione per il rimpatrio della salma di Mohamed
Chiunque può fare una donazione per il rimpatrio della salma di Mohamed seguendo le seguenti istruzioni:
Bonifico: IBAN: IT72Y0359901899050188533521 – BIC/SWIFT: CCRTIT2TXXX
Intestato a Baobab Experience
Causale: Rimpatrio salma Mohamed
O utilizzando Paypal: paypal.me/baobabexperience
Mohamed era passato a piazzale Maslax
Come raccontano i volontari di Baobab Experience, "Mohamed era passato a piazzale Maslax ed era stato supportato dalle attiviste e dagli attivisti nel groviglio burocratico che troppo spesso viene usato dalle istituzioni per condurre una vera e propria guerra contro gli ultimi". Solo una breve tappa a Roma per Mohamed prima portato nel carcere Regina Coeli, dove qualche volontario è andato a trovarlo, poi il trasferimento al Mammagialla dove, come spiegano i volontari "le cose si sono complicate".
La storia di Mohamed, ucciso a 24 anni dalla solitudine del carcere
La storia di Mohamed racconta della solitudine e della disperazione di un ragazzo di ventiquattro anni, la cui fragilità e disperazione non trova ascolto. Mohamed in realtà in carcere non doveva proprio andarci, vista la scarsa entità della sua pena, ma senza un domicilio il giudice ha optato per la detenzione carceraria. Da quando era al Mammagialla non aveva ricevuto né telefonate né fatto colloqui a causa di impedimenti burocratici per i detenuti di origine straniera, mentre fuori c'erano persone che gli volevano bene e che sentivano la necessità di avere sue notizie.