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Moglie maltratta il marito e lo minaccia con una motosega: “Non lavi bene i piatti”

La donna che maltrattava il marito a Monteverde, Roma, ha ricevuto un divieto di avvicinamento e il figlio rimane con lui. A deciderlo il gip dopo gli episodi di violenza domestica: la donna lo costringeva a restare chiuso in soffitta, a non mangiare, lo minacciava con una motosega e gli buttava addosso gavettoni gelati.
A cura di Alessia Rabbai
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Ha ricevuto un divieto di avvicinamento al marito la donna che maltrattava e vessava il suo coniuge perché non lavava bene i piatti e non svolgeva le faccende domestiche come pretendeva lei. Il provvedimento, che se non rispettato si trasformerebbe in arresto, è stato preso dal giudice delle indagini preliminari arriva dopo i ripetuti episodi di violenza iniziati anni fa in un'abitazione nel quartiere di Monteverde a Roma. Il giudice ha anche disposto che il figlio 12enne della coppia resti a lui. Vittima un romano di 70 anni che veniva sottoposto a frequenti violenze fisiche e psicologiche che ha deciso di denunciare la donna, grazie all'aiuto e al sostegno del fratello, solo dopo che gli agenti della Polizia di Stato gli hanno assicurato che non avrebbe perso suo figlio. Una storia di soprusi che emerge proprio alla vigilia della Giornata internazionale contro a violenza sulle donne, ma nella quale protagonista dei maltrattamenti non è l'uomo.

Moglie maltratta il marito

La 48enne originaria del Perù sottoponeva il marito a continue umiliazioni e maltrattamenti gridandogli contro: "Non lavi bene i piatti". Dalle indagini è emerso come la donna era riuscita a mettere mano su tutti i suoi beni, lo chiudeva in soffitta e lo minacciava facendogli sentire il rumore della motosega accesa. L'uomo non riusciva a mangiare perché la moglie gli versava la candeggina sul cibo, rischiando di avvelenarlo, era costretto a correre per le scale o farle di fretta in modo da cadere e farsi male. D'inverno lo colpiva lanciandogli addosso gavettoni gelati, mentre d'estate, quando andavano al mare con il figlio, lo costringeva a restare chiuso in macchina, sequestrandogli il telefonino.

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