Maxi stipendi, cresce il malcontento nel M5s di Roma: “Stiamo diventando come gli altri?
Impegnata nelle attività istituzionali nei confronti della popolazione colpita dal terremoto, ieri Virginia Raggi e la sua giunta si sono in ogni caso riuniti per affrontare alcune delle questioni più impellenti e che verranno discusse oggi durante la riunione di giunta, rimandata di un giorno. A cominciare dalla delibera che riformerà la jungla delle partecipate del Campidoglio, dove si va verso una razionalizzazione e la dismissione di quelle considerate insostenibile, pur nella salvaguardia occupazionale. Si è poi parlato della partecipazione di Roma al bando che prevede l'assegnazione di 500 milioni di euro per la riqualificazione dei quartieri periferici degradati. Un'occasione da non mancare, visto il plebiscito del voto al M5s in molte periferie romane.
Oggi dovrebbe essere sancite definitivamente le nomine dello staff della comunicazione, ma sarebbe invece scomparso dall'ordine del giorno il taglio dei maxi stipendi, che ha comportato una valanga di polemiche. Perché sui compensi dello staff Virginia Raggi e i suoi si apprestano a spendere una valanga di soldi: 5 milioni di euro l'anno, appena 300.000 in meno di quelli spesi da Ignazio Marino, che però aveva ben 13 assessorati, contro i 9 del governo pentastellato della città. Non certo una rivoluzione del taglio dei costi della politica, uno degli argomenti che fondano la stessa identità del MoVimento.
E non a caso nella base e non solo monta la protesta e il malcontento. A farsene portavoce è Francesca De Vito, attivista della prima ora e sorella del presidente dell'aula Giulio Cesare e mr preferenze Marcello De Vito, punto di riferimento in Campidoglio della corrente che fa riferimento alla parlamentare Roberta Lombardi, con cui la sindaca Raggi non è mai andata troppo d'accordo tanto da arrivare alla sua esclusione dal mini direttorio romano. "Adesso basta. – scrive Francesca De Vito – Dovevamo dimostrare la differenza e la non continuità con il passato e io da attivista lo pretendo! Nessuno di vuoi ricopre un ruolo politico per "doti personali" ma in quanto appartenente al Movimento 5 stelle e per questo deve rispondere a regole e parametri stabiliti". E poi l'affondo più pesante: "Che Virginia abbia sentito il bisogno di circondarsi di persone di fiducia ci può anche stare… che poi però ogni persona di fiducia, compreso Daniele, debba circondarsi di ‘amichetti di merende'…"
L'accusa è grave. E riguarda direttamente Daniele Frongia, vicesindaco e braccio destro di Virginia Raggi, messo sotto accusa per quello stipendio da 88mila euro l'anno assegnato ad un suo ex collega dell'Istat per entrare nel suo staff. Ma Daniele Frongia non ci sta e risponde direttamente al post su Facebook: "Le critiche fanno sempre bene ma evidentemente sono circolate informazioni non corrette". Frongia si difende asserendo di essersi attenuto alle regole e di aver fatto vagliare ogni posizione dagli uffici competente. Ma la risposta in punto di regolamento non basta alla base grillina in subbuglio. "Dov'è la rivoluzione che avevamo promesso ai romani?", si chiedono in molti. E poi l'interrogativo più amaro: "Stiamo diventando come tutti gli altri?".