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Roma, gli abiti depositati nei cassonetti gialli non andavano ai poveri: venivano venduti

L’Antitrust ha multato per 100mila euro l’azienda municipale Ama e per altre complessive 110mila le società Sol.Co. e Bastiani, vincitrici dell’appalto. La motivazione? “Pratiche commerciali scorrette”: gli indumenti usati raccolti nei cassonetti gialli non andavano in beneficenza come riportato dalle informazioni ai cittadini ma venivanovenduti.
A cura di Valerio Renzi
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Maxi multa dell'Antitrust all'Ama, la società municipalizzata che si occupa della pulizia delle strade e della raccolta di rifiuti nella Capitale. In tutto 210mila euro di sanzione, 100mila dei quali dovranno essere pagati dall'Ama, mentre 100mila toccherà al consorzio Sol.co. sborsarli e i rimanenti 10mila alla società Bastiani. La multa è stata comminata dall'Antitrust per "pratiche commerciali scorrette". Nel mirino l'utilizzo dei vestiti usati raccolti nei cassonetti gialli. L'Autority ha infatti verificato che gli indumenti venivano utilizzati a fini commerciali, mentre sui cassonetti la dicitura utilizzava lasciava intendere ai cittadini che gli abiti in buono stato sarebbero stati devoluti in iniziative umanitarie. Invece i vestiti venivano utilizzati a fini commerciali venendo rivenduti.

I cassonetti sono di proprietà di Sol.co. (coinvolta anche in Mafia Capitale) e Bastiani. Le due società, che si erano aggiudicate l'appalto, sono responsabili della frode ai cittadini assieme all'Ama che secondo l'Antitrust non ha garantito un controllo adeguato. Tra l'altro le stesse informazioni ingannevoli sulla destinazione dei servizi venivano riportate nel sito dell'azienda di proprietà del Comune di Roma.

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