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Marino al contrattacco: “Contro di me un’attività di dossieraggio illegale”

Dopo l’interrogazione parlamentare dell’Ncd su otto multe che gli sarebbero state misteriosamente “condonate”, Ignazio Marino si è presentato ai carabinieri denunciando la manipolazione dei suoi dati personali. Già oggi un’informativa dell’arma potrebbe essere consegnata al procuratore capo Pignatone.
A cura di Valerio Renzi
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Aggiornamento: per quanto riguarda il procedimento penale legato alla “Panda Rossa” e alle multe non pagate, per l’accusa di violazione del sistema informatico l’inchiesta è stata archiviata e i responsabili del reato rimasti ignoti. Inoltre le motivazioni sottolineano come “a fronte di una sostanziale regolarità amministrativa del permesso rilasciato al sindaco vi è stato stato effettivamente un accesso abusivo al sistema informatico con la finalità di modificarne sia pur temporaneamente i dati”. 

Lo scorso sabato Ignazio Marino si è recato alla caserma dei carabinieri di San Lorenzo in Lucina. Con lui un fascicolo che proverebbe come i dati del suo permesso Ztl siano stati alterati da qualcuno che si sarebbe introdotto nel sistema che registra le auto autorizzate ad accedere alle zone a traffico limitato. Una vera e propria attività di dossieraggio secondo l'inquilino del Campidoglio: "a distanza di due giorni infatti è sparita l’autorizzazione che ha permesso alla Fiat Panda di circolare nella Ztl nel periodo intercorso tra la scadenza e il rinnovo del permesso – scrive il Campidoglio nella nota consegnata ai carabinieri – Analizzata il 6 novembre la scheda personale del sindaco nel terminale riportava regolarmente il permesso a circolare. Lo stesso terminale interrogato oggi non riporta più tale evidenza". A dimostrarlo sarebbero due stampe postate su Twitter dallo stesso Marino:

Il primo cittadino della Capitale ha poi consegnato il suo sdegno in un video messaggio indirizzato ai romani: "Questa amministrazione sta pestando i piedi a molte persone che vorrebbero una capitale che funzionasse sulla base dei favori e forse anche delle tangenti – dichiara Marino -. Ma noi siamo diversi e non ci facciamo spaventare da chi ha l’attitudine a costruire dossier". Già oggi gli investigatori dei carabinieri, dopo aver ascoltato diversi dipendenti dell'Agenzia della mobilità, potrebbero consegnare un'informativa al procuratore capo Giuseppe Pignatone che dovrà decidere se procedere o meno all'apertura di un'inchiesta, volta a verificare se ci sia stata veramente un'attività di dossieraggio contro Marino e l'alterazione dei suoi dati nel sistema elettronico.

Quelle multe non pagate e la denuncia dell'Ncd

Ma proviamo a ricostruire la vicenda fino ad ora. Lo scorso venerdì veniva resa pubblica una interrogazione parlamentare rivolta dal senatore del Nuovo centro destra Andrea Augello al ministro degli Interni Angelino Alfano. Nel testo dell'interrogazione il mancato pagamento, grazie ad un trattamento di favore, di ben otto multe da parte di Ignazio Marino. Quest'ultimo sulla sua Panda rossa avrebbe fatto avanti e indietro per varchi della Ztl in barba al mancato rinnovo del suo permesso. Ma l'implicazione più grave, sempre secondo l'Ncd, avrebbe come effetto la decadenza di Marino dalla sua carica. Secondo la legge infatti un sindaco non può avere contenziosi in corso con il comune che governa, pena la decadenza. E visto che le multe risulterebbero contrassegnate in giallo, ovvero sottoposte a una contestazione da parte del cittadino a cui sono state notificate, per il Nuovo centro destra Marino si dovrebbe preparare a fare le valigie dal Campidoglio.

Ma l'Ncd non demorde: "Adesso tutto sarebbe colpa di un uomo nero che gli avrebbe rubato dal Pc il permesso provvisorio", ha dichiarato proprio Andrea Augello dopo aver saputo della visita di Marino dai carabinieri. "Credo che la procura sia ormai obbligata a interessarsi a questa vicenda. Così come ritengo che, qualora non risultasse alcuna manipolazione del sistema informatico della Mobilità, il sindaco abbia l’obbligo di dimettersi – prosegue Augello -, chiedendo scusa ai romani per il notevole disturbo arrecato e per il ridicolo epilogo della sua carriera politica".

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