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Mamma suicida nel Tevere, dolore e silenzio ad Agnone: “Erano figlie e sorelle della nostra terra”

Annullata la storica festa della Vigilia di Natale ad Agnone, il paese in Molise di Francesco Di Pasquo e di Pina Orlando, la donna di 38 anni che si è suicidata lanciandosi nel Tevere portando con sé le sue due bambine di pochi mesi. Con rispetto e silenzioso dolore tutta la comunità si stringe attorno alle due famiglie.
A cura di Redazione Roma
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Tre donne, tre figlie di questa terra. In Molise, ad Agnone, il paese d'origine di Pina Orlando, la mamma di 38 anni che si è lanciata dal ponte Testaccio nel Tevere all'alba del 20 dicembre 2018, gli abitanti sono sconvolti. “Il paese vuole stare in silenzio, vuole stare accanto alle famiglie che ammiriamo tutti", è il pensiero degli agnonesi che corre lungo il corso principale, da via Vittorio Emanuele a via Matteotti, tra le luminarie di un Natale "che per noi non sarà Natale quest'anno". Un silenzio “in segno di rispetto, perché è una vicenda dolorosa” su cui nessuno ha il coraggio di esprimersi.

In questo paesino dell’Alto Molise, dove si contano poco meno di 5mila anime, “e non succede mai niente”, la notizia del suicidio di Pina che quella mattina uscendo di casa ha portato con sé anche le gemelline Sara e Benedetta, ha reso gli abitanti “attoniti, esterrefatti”. Persino il parroco Don Onofrio, che li ha uniti in matrimonio nel 2013 dice che “il ricordo di quell’evento è troppo vivo. Parlerò sono durante l’omelia”. La mente corre a quella foto con le fedi al dito, mostrate dagli sposi. “L’ultima volta che l’ho vista era giugno, era con la sorella e aveva il pancione. Mi rimase impressa”, racconta a Fanpage.it uno dei tanti baristi del corso principale.

Li conoscevano tutti qui, anche solo di vista, “gente discreta, grandi lavoratori. Una famiglia da non toccare”, dicono a Fanpage.it. Due cartelli di lutto, finestre con le tapparelle a metà. È tutto chiuso in via Vittorio Veneto dove si concentrano le attività dei Di Pasquo, i genitori di Francesco, marito di Pina e padre delle gemelline. Sul citofono si leggono i loro nomi, una targa contrassegna lo studio di ingegneria di Francesco. “Tutta la famiglia è a Roma”, dicono i vicini dalle finestre. Non hanno voglia di parlare. Da mesi, infatti, l’intero nucleo si era trasferito nell’appartamento di Testaccio messo a disposizione da un parente di Francesco, per seguire da vicino il delicato parto trigemellare di Pina. “Questa gravidanza l’avevano fortemente voluta” ci dice una donna che li conosceva bene ma non vuole comparire. Tanto da accantonare il lavoro e da trasferirsi nella Capitale.

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I Di Pasquo hanno diverse attività, un supermercato proprio al centro della cittadina e un grande caseificio nella zona industriale di Agnone. “I proprietari non sono in sede”, dicono a Fanpage.it dipendenti dell’azienda casearia dove la produzione è stata rallentata, ma non è stato possibile fermarla del tutto, soprattutto sotto le festività .“Famiglie perbene”, si ripete come un mantra tra i vicoli di Agnone, solide e senza problemi economici. Il padre di Pina, Ascenso, è stato assessore in Comune. La sorella è sposata con un vigile del fuoco.

Pina, dopo il liceo scientifico, aveva iniziato gli studi di medicina a Roma, per poi tornare a casa e laurearsi in giurisprudenza. “Ha lavorato in diversi studi”, l’ultimo era uno studio notarile a Isernia.

A detta di tutti, erano felici e innamorati. Pina era “riservata”, non la si vedeva troppo in giro, ma erano parte della comunità. Gli agnonesi proprio non se lo spiegano come sia potuto accadere ma “non si può giudicare” un gesto come quello di Pina in un momento così delicato per la donna, come è il post-parto. “C’è bisogno di maggiore sensibilità su questo tema, attenzione verso le neo mamme”, suggerisce una signora che gira con la carrozzina e un bimbo, sulla possibile depressione che avrebbe preso il possesso di Pina. Non deve essere stato semplice dopo la morte di una delle tre gemelline, affrontare anche l’intensa terapia neonatale di Sara e Benedetta. “Qualcosa le sarà scattato dentro, deve aver mollato. Sapevamo che anche queste due bambine avevano problemi seri”, è il racconto di più di un agnonese.

Una cosa è certa “Sara, Benedetta e Pina sono figlie, sorelle e nipoti di questa terra”. Un sentimento condiviso anche dalle istituzioni locali che hanno deciso di annullare la storica manifestazione della vigilia di Natale, la ‘Ndocciata, una festa del fuoco di tradizione millenaria. "Non era mai accaduto nella storia di Agnone", racconta a Fanpage.it l’avvocato Giuseppe Marinelli, il presidente dell'associazione ‘Ndocciata, che ogni anno raccoglie tantissimi turisti. “Non si può e non si deve far finta di nulla”, recita il comunicato di venerdì sera del Comune, spiegando che “l'annullamento della manifestazione che per Agnone rappresenta l'identificazione delle proprie origini, sia quanto di più necessario vada fatto in questo momento”.

Diverse volte Pina e Francesco avevano preso parte attivamente all’organizzazione dell’evento così sentito per gli agnonesi. Lei, che “era stata una figurante” forse pensava a questa occasione martedì scorso, quando anche Sara era stata dimessa a un mese dalla gemellina Benedetta, per presentare finalmente i suoi “angioletti” – come le chiamano qui – alla comunità. Il 24 sera, invece, ci sarà solo silenzio tra le strade di Agnone.

Articolo a cura di Roberta Benvenuto

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