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Mafia Capitale, sette imputati lasciano il carcere dopo Consulta su Spazzacorrotti

La Consulta ha bocciato la retroattività della legge Spazzacorrotti, approvata un anno fa dal governo M5S-Lega, che ha giudicato “incostituzionale” per i reati contro la pubblica amministrazione. Sette gli imputati condannati nel processo al ‘Mondo di Mezzo’ hanno lasciato il carcere in queste ore.
A cura di Alessia Rabbai
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Sette imputati condannati per reati contro la pubblica amministrazione nel processo al ‘Mondo di Mezzo' hanno lasciato il carcere in queste ore. Un provvedimento che arriva a seguito della sentenza della Corte Costituzionale, che definisce "illegittima" l'applicazione retroattiva della Legge Spazzacorrotti, approvata un anno fa dal governo M5S-Lega. Si tratta, nel dettaglio, dell'ex presidente dell'Assemblea Capitolina Mirko Coratti, del suo ex capo segreteria Franco Figurelli, dell'ex dirigente regionale Guido Magrini, Mario Schina (già collaboratore di Luca Odevaine Odevaine, membro del coordinamento nazionale sull'accoglienza profughi), dell'ex presidente del Municipio X Andrea Tassone, dell'ex responsabile tecnico del Comune di Sant'Oreste Marco Placidi e dell'ex consigliere comunale Giordano Tredicine.

La legge Spazzacorrotti

La Consulta ha bocciato la retroattività della legge Spazzacorrotti, che ha giudicato "incostituzionale" per gli imputati di reati contro la pubblica amministrazione. Infatti, l'incompatibilità riguarda in particolare, l’articolo 25 della Costituzione, secondo il quale "nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso". Prima che la discussione sulla legittimità della retroattività della Spazzacorrotti sui reati contro la pubblica amministrazione a metterla in dubbio erano stati nove tribunali di sorveglianza e giudici dell’esecuzione.

Raggi: "Spazzacorrotti momento di svolta fondamentale"

"Un anno fa è entrata in vigore la legge Spazzacorrotti, un momento di svolta fondamentale nella lotta a uno dei reati più diffusi in Italia. – scrive su Facebook la sindaca di Roma, Virginia Raggi – Il 18 febbraio, in Senato, ne parlerò insieme al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e ad altri importanti ospiti".

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