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Mafia Capitale, processo ‘Mondo di Mezzo’: Buzzi e Carminati rischiano il carcere 41 bis

Rischio carcere 41 bis per Massimo Carminati e Salvatore Buzzi e possibile ritorno in carcere per almeno quattro imputati accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso. Questi i primi provvedimenti che potrebbero arrivare dopo la sentenza della III corte d’appello di Roma che ieri ha condannato Buzzi a 14 anni e Carminati a 18, con pene ridotte rispetto a quelle richieste nel processo al Mondo di mezzo.
A cura di Alessia Rabbai
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Rischio carcere 41 bis per Massimo Carminati e Salvatore Buzzi e possibile ritorno in carcere per almeno quattro imputati accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso. Questi i primi provvedimenti che potrebbero arrivare dopo la sentenza della III corte d'appello di Roma che ieri ha condannato Buzzi a 14 anni e mezzo Buzzi e Carminati a 18 anni e quattro mesi, con pene ridotte rispetto a quelle richieste nel processo al ‘Mondo di Mezzo'. L'applicazione del 41 spetta al ministro della giustizia su richiesta della autorità giudiziaria. A valutare il ritorno in carcere per 4 imputati sarà invece la Procura Generale le cui eventuali richieste cautelari dovranno poi essere applicate dalla corte che ieri ha emesso la sentenza. A rischiare il regime di 41 bis solo i capi e promotori del sodalizio: per Carminati, detenuto nel carcere milanese di Opera, non sarebbe una novità visto che per lui è stato applicato dal 24 dicembre del 2014 al luglio del 2017. Il regime speciale era decaduto dopo la sentenza di primo grado. Per il "ras" delle cooperative romane Buzzi, detenuto a Tolmezzo, si tratterebbe di un inasprimento del regime carcerario fino ad oggi mai attuato nei suoi confronti.

Mafia Capitale: rischio carcere per gli altri condannati

Rischiano invece di tornare in carcere i condannati che si trovano attualmente agli arresti domiciliari: l'ex consigliere comunale e regionale, Luca Gramazio (condannato ieri a 8 anni e 8 mesi), i collaboratori di Carminati, Matteo Calvio (10 anni e 4 mesi) e Riccardo Brugia (11 anni e 4 mesi) e l'imprenditore Fabrizio Franco Testa (9 anni e 4 mesi). Per gli altri 11 imputati che si trovano in stato di libertà ma sono stati raggiunti dalla condanna per 416bis, (semplici partecipi o concorrenti esterni) o accusati dell'aggravante del metodo mafioso (articolo 7 della legge 1991), non dovrebbe esserci rischio di nuova carcerazione.

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