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Mafia Capitale, perché Massimo Carminati è uscito dal carcere

Con la sentenza del 22 ottobre 2019 la Corte di Cassazione ha negato l’aggravante mafiosa per Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Una decisione, quella degli ‘ermellini’, che ha avuto conseguenze non solo sul merito dell’inchiesta sul ‘Mondo di Mezzo’ romano, ma anche sui termini e sulle scadenze delle esigenze cautelari per gli imputati.
A cura di Enrico Tata
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Massimo Carminati
Massimo Carminati

Non fu Mafia Capitale: con la sentenza del 22 ottobre 2019 la Corte di Cassazione ha negato l'aggravante mafiosa per Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Una decisione, quella degli ‘ermellini', che ha avuto conseguenze non solo sul merito dell'inchiesta sul ‘Mondo di Mezzo' romano, ma anche sui termini e sulle scadenze delle esigenze cautelari per gli imputati. L'accusa non è più di associazione di stampo mafioso, ma è stata ridimensionata: non solo è venuto meno il carcere duro per Carminati, il 41bis, ma i termini per la sua custodia cautelare sono ora legati alla nuova accusa di associazione per delinquere semplice. E sono appena scaduti. Lo stabilisce l'articolo 303 del Codice di procedura penale: il massimo è di quattro anni. Carminati è stato arrestato il 2 dicembre 2014, ma la misura cautelare è stata interrotta diverse volte: per 300 giorni durante il processo di primo grado, per altri 30 giorni durante il processo d'appello e per altri 180 giorni per il deposito delle due sentenze. In totale significa massimo cinque anni e mezzo in carcere, cioè, per l'appunto, fino ad aprile 2020. Tutto ciò in attesa di una nuova sentenza di secondo grado.

La sentenza della Cassazione e il nuovo processo d'Appello

La Corte di Cassazione ha

"escluso il carattere mafioso dell’associazione contestata agli imputati e hanno riaffermato l’esistenza, già ritenuta nel processo di primo grado, di due distinti associazioni per delinquere semplici. Non ha riscontrato nè l’utilizzo del metodo mafioso, nè l’esistenza del conseguente assoggettamento omertoso, ed essendo stato escluso che l’associazione possedesse una propria e autonoma “fama” criminale mafiosa".

Ribaltando l'esito del processo di primo grado, l'11 settembre 2018 la terza sezione della Corte d'Appello di Roma riconobbe l'articolo 416bis, associazione di stampo mafioso, per Buzzi e Carminati, che fu condannato a 14 anni e sei mesi. La Cassazione, smentendo i giudici di secondo grado, ha rinviato a un nuovo processo in Corte d'Appello per rideterminare le pene e successivamente sarà celebrato anche un nuovo processo in Cassazione. Nel frattempo, però, i termini per le misure cautelari sono scaduti e quindi, significa, che l'ex Nar Carminati, in attesa di nuovo giudizio, può uscire dal carcere. Tra l'altro ha già scontato 5 anni e mezzo sui 14 di condanna, che comunque potrebbe essere più che dimezzata dalla nuova pronuncia dei giudici di secondo grado.

Massimo Carminati lascia il carcere

Per questi motivi Carminati, il principale protagonista dell'inchiesta su Mafia Capitale, lascerà oggi il carcere di Oristano dopo l'accoglimento della richiesta di scarcerazione, per scadenza dei termini, presentata dagli avvocati Cesare Placanica e Francesco Tagliaferri. Così hanno deciso i giudici del Tribunale della Libertà. "Siamo soddisfatti che la questione tecnica che avevamo posto alla Corte d'Appello e che tutela un principio di civiltà sia stata correttamente valutata dal Tribunale della libertà. Abbiamo presentato tre diverse istanze alla corte d'appello. Dal 7 aprile doveva esser scarcerato Carminati, aggiungo. Perché così sta scritto nel provvedimento", hanno dichiarato i legali. Ci avevano già provato negli scorsi mesi, ma in quei casi la Corte d'Appello aveva bocciato la richiesta con queste motivazioni: "A suo carico permangono esigenze cautelari di eccezionale rilevanza. Carminati gravato da precedenti penali inquietanti e continuativi nel tempo, presenta un particolare spessore criminale, non ha manifestato resipiscenza e ha continuato in modo ininterrotto a rendersi responsabile di gravi delitti, assumendo nel tempo uno spessore criminale tale da incutere rispetto e timore persino nell'ambito di pericolose associazioni criminale, oltre che potenziali vittime, e avendo anche disponibilità di armi". Buzzi fu scarcerato e Carminati restò, fino ad oggi, l'unico imputato del processo sottoposto ancora a misura cautelare in carcere".

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