Mafia Capitale, Matteo Orfini: “A Roma la mafia c’è, è forte e radicata”
Matteo Orfini è stato chiamato a svolgere il ruolo di commissario del Pd romano all'indomani della tempesta giudiziaria di Mafia Capitale, ruolo che ha svolto – tra non poche polemiche, soprattutto per il licenziamento del notaio dell'ex sindaco Marino – fino al congresso svoltosi una manciata di giorni fa che ha eletto un nuovo segretario e un nuovo gruppo dirigente. Dopo la sentenza emessa ieri nell'aula bunker di Rebibbia – che ha visto la condanna anche dei due ex consiglieri comunali democratici Pedetti e Coratti e dell'ex minisindaco di Ostia Tassone – Orfini dice la sua, affidando la riflessione alla rivista Left Wing, rivista di riferimento dei così detti Giovani Turchi.
Il passaggio più importante e significativo dell'articolo, riguarda senza dubbio il reato di associazione mafiosa (416 bis) respinto dai giudici della X Sezione Penale del Tribunale di Roma. Una sconfitta per la procura, senza dubbio, che aveva puntato tutto sul riconoscimento, di una mafia "originale e originaria", ma che non deve far perdere di vista come a Roma la mafia esiste ed opera:
Possiamo reagire in tanti modi alla sentenza di ieri, tutti ovviamente comprensibili e legittimi. Ma il più sbagliato è quello forse più diffuso in queste ore: sostenere che si dovrebbe chiedere scusa a Roma perché Roma non è una città mafiosa. Lo dico da romano innamorato della mia città: a Roma la mafia c'è. Ed è forte e radicata.
Orfini: "A Roma la mafia c'è, basta passeggiare nelle periferie"
Non lascia spazio ad ambiguità l'ex commissario: a Roma la mafia c'è "basta passeggiare nei tanti quartieri in cui le piazze di spaccio sono gestite professionalmente, con tanto di vedette sui tetti e controllo militare del territorio. Basta spingersi a Ostia e seguire le attività degli Spada, o andare dall'altra parte della città dove regnano i Casamonica. Basta leggere le cronache per trovare la mafia ovunque". E questo elemento deve rimanere al centro dell'agenda delle istituzioni e delle forze politiche, senza tornare al negazionismo sulla presenza delle mafie nella capitale, anche se quella di Buzzi e Carminati non è considerata mafia dai giudici ma ‘semplice' corruzione.
L'ex candidato sindaco Giachetti: "Non accostare Roma e mafia"
Toni e parole molto diversi da quelli utilizzati dall'ex candidato sindaco del Partito democratico alle ultime elezioni, il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti che, polemizzando con Virginia Raggi ha dichiarato commentando a caldo la sentenza: "D’ora in poi, accosterà la parola ‘mafia' alla parola ‘Roma' dimostrerà di non amare la città e i nostri concittadini, continuando sciaguratamente a speculare su una notizia falsa".