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Mafia Capitale, le nuove indagini: immobili a prezzi stracciati e sconti per la cricca

I Ros di nuovo in Campidoglio, al setaccio carte e atti amministrativi. Secondo gli inquirenti la cricca di Mafia Capitale avrebbe pilotato la svendita di alcuni immobili comunali di suo interesse e influenzato l’ultimo bilancio approvato in aula Giulio Cesare.
A cura di Valerio Renzi
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Cosa cercano ancora i Ros in Campidoglio? Secondo gli inquirenti la cricca di Mafia Capitale stava tentando di mettere le mani anche sul patrimonio comunale in dismissione per acquistare immobili con uno sconto fino all'80%. Nell'obiettivo prima di tutto la sede della coop 29 giugno di Salvatore Buzzi a Pietralata, ma anche altri immobili nel mirino di aziende e nomi sempre riconducibili al sodalizio criminale.

Così Buzzi e Carminati avevano iniziato un serrato lavoro di lobbying con l'obiettivo di influenzare la delibera sull'alienazione di una parte degli immobili di proprietà comunale che, licenziata nell'ottobre del 2013 la prima volta in giunta, è stata approvata solo qualche giorno fa in aula Giulio Cesare. Così i Ros hanno acquisito tutte le carte relative alla delibera 88, alla ricerca delle prove della corruzione di funzionari e membri della commissione consiliare.

Già nell'ordinanza che ha portato alla luce il sistema Mafia Capitale si parlava dell'interessamento di una dipendente comunale, Dina Paone, che avrebbe scritto degli emendamenti ad hoc alla delibera inserendo gli immobili che facevano gola alla cricca. In cambio la Paone avrebbe ricevuto un posto di lavoro per la figlia all'università di Roma III dove la 29 giugno svolgeva diversi servizi. Al momento però la Paone, il cui ruolo sarebbe tanto centrale, non risulta indagata a nessun titolo. Ex funzionario in pensione, la donna su indicazione di Daniele Ozzimo (l'ex assessore alla Casa dimessosi dopo che è risultato indagato nell'inchiesta Mondo di Mezzo) è stata messa alla Commissione Patrimonio come segretaria del presidente democratico Pedetti. Da qui avrebbe favorito gli interessi di Carminati e Buzzi.

Ma non finisce qui: gli inquirenti sono infatti convinti che anche nell'ultima manovra comunale approvata in Campidoglio, quindi quando Marino era già sindaco, si annidino gli interesse di Mafia Capitale. Così i carabinieri dei Ros hanno bussato anche alle porte agli uffici della Ragioneria e alla commissione Bilancio. Il sospetto è che siano state inserite nuove risorse a favore delle cooperative di Buzzi, grazie alla voce "debiti fuori bilancio", ovvero somme riservate alle urgenze non preventivabili.

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