Mafia Capitale, l’arsenale scomparso di Carminati con pistole e mitra
Pistole, mitragliatrici, silenziatori e giubbotti antiproiettile. Un vero e proprio arsenale a disposizione di Mafia Capitale e del boss Massimo Carminati, fatto sparire prima che scattasse l'operazione. Questo è il racconto ieri durante il processo, del capitano dei Ros dei Carabinieri Giorgio Mazzoli, chiamato a raccontare la vicenda di quel deposito di armi scomparso.
Mazzoli cita le intercettazioni tra l'ex Nar Carminati e il suo luogotenente Riccardo Brugia, che fanno il punto sull'arsenale. Carminati spiega di aver richiesto due pistole Makarov 9 con silenziatore e di aver già acquisito quattro silenziatori e tre pistole mitragliatrici MP5. Discutono di caratteristiche tecniche, della necessità di avere armi silenziate che non si sente "neanche il clack" e del bisogno di dotarsi di giubbotti antiproiettile. "Con uno di quelli ti salvi".
Qualche giorno dopo Brugia spiega a Carminati di aver celato le armi all'interno di una stalla nella sua casa, ma di avere intenzione di far costruire dei nascondigli in muratura dentro casa, grazie a dei lavori di ristrutturazione che stava svolgendo. Ma quelle armi in casa dell'uomo del boss non vengono trovate: solo una cassetta contenente un kit di pulizia delle armi. Niente tracce di pistole o mitragliatrici. E dove è finito allora l'arsenale? Secondo gli inquirenti, avendo saputo di essere sotto indagine, con il fiato sul collo, l'organizzazione avrebbe allontanato le armi.