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Mafia Capitale Roma, inizia il processo: “Carminati pronto a parlare”

A Roma è iniziato il maxiprocesso relativo all’inchiesta su Mafia capitale: 46 imputati e numeri record per il procedimento, che sarà seguito in tutto il mondo. Tra gli imputati non compariranno mai in aula i presunti capi dell’organizzazione criminale, Massimo Carminati e Salvatore Buzzi.
A cura di En.Ta.
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Giovedì 5 novembre 2015 a Roma è il giorno del maxiprocesso per Mafia Capitale. Nell'aula Occorsio del tribunale di piazzale Clodio dalla mattina sono attesi 22 dei 46 imputati totali dell'inchiesta che ha scoperchiato il sistema del "mondo di mezzo" i cui capi riconosciuti, Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, (insieme a Riccardo Brugia) non compariranno però di persona, ma potranno seguire solo in video le udienze. Il processo è stata anticipato dalle sentenze per quattro imputati che hanno chiesto di essere processati con rito abbreviato: si tratta di Emilio Gammuto, ex braccio destro di Salvatore Buzzi, di Emanuela Salvatori, dirigente dell'amministrazione comunale, e di Raffaele Bracci e Claudio Gaudenzi,  considerati "operativi" del boss Carminati. Per loro pene tra i 4 e i 5 anni e 4 mesi con le accuse di corruzione e, per Gammuto, di associazione mafiosa.

Alcuni numeri aiutano a capire l'importanza del procedimento partito giovedì mattina: oltre ai 46 imputati vanno considerati 60 avvocati, 130 udienze previste fino a luglio, il deposito di migliaia tra intercettazioni e documenti e la presenza di più di 70 testate, anche straniere, che si sono accreditate per assistere alle diverse udienze del processo, che si svolgeranno davanti ai giudici della X sezione penale presieduta da Rosanna Ianiello.

In aula Coratti, Tredicine e Odevaine

Probabile che nell'udienza che partirà giovedì si affronteranno solo le questioni preliminari, come la costituzione delle parti civili tra cui quella già annunciata di Roma Capitale, che però sarà firmata dal nuovo commissario Francesco Paolo Tronca e non dall'ex sindaco Ignazio Marino, che non dovrebbe essere presente al processo. Potrebbero comparire, invece, da imputati, alcuni ex amministratori della Capitale accusati di far parte di quel complesso sistema criminale scoperchiato dall'inchiesta condotta dal procuratore capo Giuseppe Pignatone: tra loro l'ex presidente del Consiglio comunale Mirko Coratti, il consigliere Giordano Tredicine, e anche l’ex capo della polizia provinciale di Roma e ed ex vice capo di gabinetto di Walter Veltroni, Luca Odevaine, da mercoledì ai domiciliari.

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Il legale di Carminati: "Vuole parlare"

Intanto il legale di Massimo Carminati, l'ex terrorista dei Nar considerato il capo dell'organizzazione criminale, ha precisato che Carminati, che da quando è stato arrestato non ha mai parlato con gli inquirenti, è pronto a difendersi davanti ai giudici. L'avvocato Giosuè Naso ha spiegato: "Vuole chiarire un sacco di cose e lo farà. Massimo Carminati si difenderà in maniera diversa rispetto agli altri processi in cui è stato coinvolto e nei quali ha mantenuto un dignitoso silenzio. Qui ci sono fatti concreti – ha aggiunto – e Carminati risponderà di quei fatti".

"Di tutta questa storia a Carminati ha dato particolarmente fastidio – ha aggiunto Naso – il fatto che il suo nome sia stato accostato alle parole ‘mafia' e ‘droga'. Con la mafia non c'entra proprio nulla e la droga gli fa veramente schifo. E non parliamo delle armi che non sono mai state trovate".

Odevaine: "A Roma non c'è un sistema mafioso"

"A Roma non c'è un sistema mafioso che gestisce la città", ha detto Luca Odevaine in aula per il processo su Mafia Capitale che lo vede imputato di corruzione. "Le cose si trascinano ma io non c'entro nulla con Carminati: affronto serenamente questo processo dopo un percorso che mi ha portato anche a collaborare con i magistrati. Ho fatto degli errori, ho ammesso le mie responsabilità e ora sto collaborando".  "Odevaine un pentito? Più che altro una persona che ha commesso degli errori, ha ammesso le sue responsabilità in relazione a delle dazioni di denaro e sta collaborando con i magistrati. Anche questa volta ha scelto di stare dalla parte della giustizia", sono le parole di Luca Petrucci, legale proprio di Luca Odevaine.

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Alemanno, chiesto rinvio a giudizio

La procura ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex primo cittadino della capitale Gianni Alemanno, a decidere sarà il gup Nicola Di Grazia il prossimo 11 dicembre. Caduta l'accusa di associazione mafiosa, i pm titolari dell'inchiesta "mondo di mezzo", hanno chiesto che Alemanno sia giudicato per concorso in corruzione e finanziamento illecito. nel mirino della Procura. Secondo l'accusa Alemanno avrebbe percepito, soprattutto tramite la Fondazione Nuova Italia 125mila euro, per esercitare pressino che avrebbero favorito la cordata di coop legate a Salvatore Buzzi. A fare da tramite sarebbe stato l'ex ad di Ama Franco Panzironi. Da parte sua Alemanno ha sottolineato come: "Nella richiesta di rinvio a giudizio bisogna cogliere la notizia più importante e cioè che ogni accusa e ogni aggravante connessa all'associazione mafiosa nei miei confronti è completamente caduta". "Dimostrerò tutta la mia totale estraneità alle residue accuse che mi vengono mosse", ha concluso l'ex sindaco.

C'è pure Povia davanti al tribunale

C'è anche il cantante Povia davanti al Tribunale di Roma. Lo scopo della sua visita è promuovere il prossimo CD "contro l'Euro", cosi' lo ha definito il cantante.

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