Mafia ad Ostia, cosa sa e non dice il Partito democratico?
Ieri l'assessore alla Legalità Alfonso Sabella aveva invocato l'esercito ad Ostia. Oggi è arrivato a dire che se non si interviene subito tra qualche anno saremo piomberemo in una guerra di mafia simile a quella della Palermo degli anni '70-'80. "A Ostia il clima di intimidazione è gravissimo: servono più uomini per le forze dell’ordine, ma anche l’esercito per il controllo del territorio", gli fa eco il senatore Stefano Esposito (nella foto) chiamato a commissariare le sezioni del Pd lidense. Rincara la dose e spiega il commissario straordinario del Pd romano Matteo Orfini, arrivato dopo che diversi esponenti democratici erano stati inquisiti per i fatti di Mafia Capitale, dalle colonne del Corriere della Sera: "In questi mesi abbiamo iniziato a ripulire e abbiamo alzato il livello dell’azione politica. Dove quello che facevamo non era sufficiente, abbiamo fatto scelte dure ed inusuali come ad Ostia".
Ma cosa sta accadendo ad Ostia? Che il litorale romano sia territorio privilegiato d'infiltrazione delle mafie da almeno vent'anni è un fatto noto. Clan di camorra e ‘ndrangheta controllano il territorio e lo spaccio, a loro si aggiunge i boss locali come gli Spada. Le mafie hanno messo le mani sulle concessioni delle spiagge, anche con la complicità di funzionari e colletti bianchi. E' tutto scritto nero su bianco nell'inchiesta Alba Nuova, che per la prima volta ha ottenuto una condanna a Roma con il 416 bis, l'aggravante di associazione mafiosa.
E allora cosa c'è di nuovo? Perché il presidente del municipio Andrea Tassone si è dimesso? Perché l'ansia degli esponenti democratici di azzerare il partito locale? Cosa sa il Pd che non dice? Da giorni si rincorrono voci che diventano sempre più una certezza: una nuova inchiesta è pronta a scoperchiare il marcio sul litorale. In particolare i rapporti tra politica e clan, che non risparmierebbero il Partito democratico che così in maniera preventiva scioglie il governo locale e invoca emergenza e pulizia.
Ma ad Ostia non serve l'esercito. Serve una potente mobilitazione politica e sociale, che coinvolga i cittadini e proponga un'alternativa alle mafie. Per farlo serve che la politica non parli per allusioni e anatemi ma spieghi cosa sta accadendo, prima che le sirene delle forze speciali di polizia e carabinieri squarcino l'alba consegnando avvisi di garanzia e mandati di arresto.