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Lutto nella Comunità ebraica: è morta Grazia Di Veroli, una vita dedicata alla Memoria

In prima fila in ogni battaglia per la difesa dei valori della democrazia, ha dedicato la sua attività di studiosa alla trasmissione della memoria della Shoah e alla costruzione di una società dove non ci fosse spazio per razzismo, intolleranza e antisemitismo. Tanti i ricordi commossi in queste ore.
A cura di Valerio Renzi
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Lutto nella Comunità ebraica di Roma per la morte di Grazia Di Veroli, da sempre in prima fila per la difesa dei valori della democrazia e dell'antifascismo. Instancabile ricercatrice, il suo attivismo si è caratterizzato nella trasmissione della memoria della Shoah, in particolare studiando e mettendo in campo strumenti didattici innovativi rivolti alle nuove generazioni. Consigliera dell'ANED (Associazione nazionale ex deportati) di Roma, si era laureata con una tesi in Pedagogia sui lager nazisti e la trasmissione della memoria, per poi conseguire un master in Didattica della Shoah. Cinquantotto anni, a portarla via è stata un male purtroppo incurabile contro cui ha combattuto fino all'ultimo.

“Se ne va una cara amica – così presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello – una donna che ha dedicato la sua intera esistenza alla difesa della Memoria e a combattere l’antisemitismo e qualsiasi deriva razzista e intollerante. Un impegno costante che non è mai mancato volto ad  insegnare e a ricordare alle nuove generazioni le tragedie del nazifascismo. Un esempio di questo instancabile impegno svolto da Grazia Di Veroli  – ha proseguito Dureghello – è il lavoro svolto con determinazione nel recuperare i luoghi della Memoria della città di Roma e nel riportare l’attentato della cittadinanza al Muro dei deportati, che si trova nel cimitero del Verano. Di fronte a questo Muro della Memoria ci siamo commosse nelle diverse manifestazioni e celebrazioni che Grazia Di Veroli aveva organizzato. Sia il suo ricordo di benedizione”.

Su Facebook il ricordo commosso di Marco Miccoli, capo della segreteria politica del segretario del Pd Nicola Zingaretti: Quando, qualche giorno fa, sono venuto a trovarti in ospedale, abbiamo parlato del futuro, delle cose da fare. Eri tu che incoraggiavi me. Rafforzare l'iniziativa antifascista, l'unità degli antifascisti, le cose da fare per un 25 aprile senza divisioni, la difesa della tua comunità, e la salvaguardia di ciò che a te stava più a cuore e a cui hai dedicato la tua vita: la Memoria. Preoccupata per ciò che sta accadendo, ma piena di idee. Quando scompare una dirigente, un'antifascista, un punto di riferimento come te, tutti noi ci sentiamo più soli, è vero.a abbiamo un motivo in più per batterci. Alla famiglia di Grazia Di Veroli, all'Aned e alla Comunità Ebraica di Roma, và il mio abbraccio e quello di tutto il Partito Democratico".

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