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L’ex sindaco Gianni Alemanno sul lastrico per le spese processuali: “Dovrò cercare un nuovo lavoro”

Dopo la condanna a sei anni per corruzione e finanziamento illecito, l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sarebbe finito sul lastrico. E così vecchi amici e camerati del Movimento Nazionale per la Sovranità, l’ultima creatura politica di Alemanno, hanno lanciato una raccolta fondi. Un vero e proprio comitato con l’obiettivo dichiarato di raccogliere soldi per le spese di giudizio che dovrà affrontare l’ex sindaco.
A cura di Enrico Tata
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Gianni Alemanno
Gianni Alemanno

"Dovrò smettere di fare politica e dedicarmi ad altro. Cercare un nuovo lavoro, anche se non so ancora quale", diceva Gianni Alemmano (virgolettato riportato da Repubblica) all'indomani della condanna in appello a sei anni per corruzione e finanziamento illecito nel processo stralcio di Mafia Capitale. L'ex sindaco di Roma ha subito anche una confisca di beni pari a 298mila euro più 50mila euro da pagare come risarcimento al Campidoglio e all'Ama. Per questo, riporta Affari Italiani, l'ex primo cittadino sarebbe finito sul lastrico e così vecchi amici e camerati del Movimento Nazionale per la Sovranità, l'ultima creatura politica di Alemanno, hanno lanciato una raccolta fondi. Un vero e proprio comitato con l'obiettivo dichiarato di raccogliere soldi per le spese di giudizio che dovrà affrontare l'ex sindaco.

Il volantino, spedito a militanti e amici dell'ex ministro, è firmato dal presidente del Comitato, Giorgio Ciardi, responsabile romano del Movimento Nazionale per la Sovranità e in passato braccio destro di Alemanno, che lo nominò delegato del Sindaco per la sicurezza nell'allora giunta comunale. "Siamo rimasti tutti quanti profondamente colpiti di fronte alla pesante ed assurda sentenza che ha colpito Gianni Alemanno. Nessuno di noi ha mai pensato che Gianni possa essere colpevole dei reati per cui è stato condannato e per questo è legittimo il sospetto che dietro questa sentenza ci sia la tendenza a colpire chi ha avuto responsabilità politiche, specialmente nel centrodestra", si legge nel testo dell'appello. E ancora: "Dobbiamo aiutarlo a difendersi, affrontando le pesantissime spese di giudizio che derivano non solo dal lungo processo e dalla sentenza che ha subito, ma dalla necessità di prepararsi al meglio per l’appello che comincerà tra pochi mesi. Spese legali, perizie, provvisionali oggi rappresentano per lui, come per tutti coloro che non si sono affatto arricchiti facendo politica, una montagna difficile da scalare". Qualche giorno fa lo stesso Alemanno ha commentato le motivazioni della sentenza di condanna pubblicate dai giudici: "Gli stralci delle motivazioni della sentenza a mio carico emerse oggi sulla stampa convalidano definitivamente la mia totale estraneità al sodalizio criminale definito Mafia Capitale, contrariamente a quanto asserito dal Pubblico Ministero nel processo. In questo modo viene ridimensionata la portata delle accuse che mi sono state mosse, sottolineando come non ci sia alcuna risultanza che io fossi a conoscenza del legame tra Buzzi e Carminati. Per quanto riguarda le "zone d'ombra" in cui sarebbe cresciuto il malaffare, in realtà è storicamente dimostrato che queste zone d'ombra persistevano al mio mandato e sono continuare anche dopo. In appello dimostrerò la mia completa innocenza anche rispetto ai singoli reati che mi vengono addebitati."

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