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Lancia Lilly, il cane del figlio, dal 7° piano: condannato solo per l’aggressione ai poliziotti

Lancia la cagnolina del figlio dal settimo piano per punirlo e con gli agenti si giustifica così: “Tutte ste storie è solo un cane”. L’uomo è stato condannato a 1 anno e 8 mesi per aver aggredito gli agenti e danneggiato la volante, ma non per la morte dell’animale: l’unico testimone oculare si è rifiutato, una volta in commissariato, di rilasciare una dichiarazione forse per paura.
A cura di Valerio Renzi
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Lancia Lilly, il piccolo Jack Russel del figlio da settimo piano del palazzo dove abitano per punirlo, e poi si è giustifica così con gli agenti giunti sul luogo: "Tutte ste pagliacciate…è solo un cane!”. L'episodio è avvenuto lo scorso 18 aprile in via Garcia Lorca a Laurentino 38, estrema periferia di Roma. Quando i poliziotti, allertati dalla telefonata di un vicino al 112, sono arrivati sul posto, hanno trovato un ragazzino disperato che stringeva il piccolo Jack Russel ucciso dal padre. L'uomo, un 44enne romano con precedenti, alla richiesta di spiegazione dei militari ha risposto prima aggredendoli verbalmente, poi fisicamente a calci e pugni venendo così infine tratto in arresto.

Ora l'epilogo (almeno per ora) di questa vicenda viene raccontato da il Messaggero: l'uomo è stato condannato ieri mattina a un anno e otto mesi di reclusione al termine del rito per direttissima, ma solo per l'aggressione alle forze dell'ordine e non per aver ucciso intenzionalmente la cagnolina del figlio scagliandola nel vuoto. L'unico testimone oculare, il vicino che ha chiamato il 112 raccontando di aver visto l'uomo lanciare l'animale dalla finestra, una volta in commissariato si sarebbe rifiutato di rilasciare dichiarazioni, mentre l'accusato ha smentito ogni responsabilità circa la morte dell'animale. L'uomo è stato condannato così per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, ma anche per danneggiamento visto che una volta tradotto nella volante ha continuato ad opporre resistenza infrangendo un vetro a calci.

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