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L’Alveare, così l’ossessione per la trasparenza chiude il coworking con asilo per le mamme precarie

Il Municipio V ha deciso di chiudere L’Alveare, coworking con spazio baby per le mamme precarie, perché non ne riconosce l’assegnazione diretta. “Facciamo tutto con trasparenza”, ha dichiarato Boccuzzi, il presidente del municipio. Ma l’ossessione per questo termine sta ponendo fine a un luogo fondamentale per la città.
A cura di Natascia Grbic
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Il 31 marzo L'Alveare – coworking pensato per le mamme e le famiglie che hanno bisogno di uno spazio in cui lavorare insieme ai loro bambini – dovrà lasciare lo spazio di via Fontechiari 35 per restituire i locali al V Municipio. A chiederlo è stato il Movimento 5 Stelle: nonostante lo spazio sia stato regolarmente assegnato all'associazione "Città delle mamme" a titolo gratuito dal 2014, il M5s non ne riconosce la legittimità perché concesso direttamente e senza bando pubblico. Dopo le polemiche scoppiate nei giorni scorsi sulla chiusura dell'Alveare, il presidente del V Municipio è intervenuto per spiegare la decisione del M5s: "Premesso che è politica di questa amministrazione attribuire ambienti municipali solo a seguito di bandi e non per assegnazione diretta, tenuto conto che l’assegnazione alla Cooperativa di Produzione Lavoro L’Alveare è scaduta il 30 novembre 2015, ne consegue che la stessa utilizza gli spazi senza averne titolo". Ma la concessione è stata prorogata proprio il 30 novembre 2015.

"Spazi occupati senza titolo": ma c'è la proroga del 2015

A farlo notare è stato proprio l'Alveare, che ha risposto al presidente del V Municipio indicando il protocollo di assegnazione dei locali di via Fontechiari 35. "I locali in questione, lungi dall’essere stati occupati in mancanza di titolo sono stati regolarmente assegnati – a titolo gratuito – all'associazione di volontariato ‘Città delle mamme' (ora Genitori in città) dal dipartimento Programmazione, sviluppo e riqualificazione delle periferie con verbale di consegna prot. n. RN 3816 del 07/05/2014. La suddetta assegnazione è stata rinnovata da parte del Dipartimento politiche delle periferie, sviluppo locale, formazione e lavoro del Municipio V con verbale di consegna prot. n. RN 11587 del 30/11/2015″. Insomma, non ci sarebbe nessuna occupazione di spazi senza titolo da parte dell'Alveare. Fanpage.it ha chiesto delucidazioni al presidente del V Municipio, Giovanni Boccuzzi, che però non è voluto entrare nel merito della questione: "La proroga secondo noi è stata fatta arbitrariamente. Ma non voglio entrare nei particolari perché forse ci saranno altri problemi". Quando abbiamo chiesto a che tipo di problemi si stesse riferendo, ci è stata risposta la stessa cosa: "Non entro nel merito, sotto questo punto di vista vorrei si attenesse a quanto detto su Facebook". Ma la proroga all'Alveare è da considerarsi valida o no? "Da questo punto di vista, non rispondo", ha concluso Boccuzzi.

"C'è sempre stata copertura assicurativa per le attività svolte"

L'Alveare è un coworking con spazio baby che ha permesso a tante mamme e papà di poter lavorare portando con sé i propri bambini. E questo, per chi non può permettersi il costo di un nido privato e non riesce a entrare nelle liste dei comunali, è stato un luogo importante per poter tornare a lavorare. "Da un sopralluogo effettuato dalla Polizia Locale del V Gruppo Prenestino è stato accertato che viene svolta attività di spazio baby senza essere in possesso di alcun titolo abilitativo", ha scritto Boccuzzi. Ma anche qui la versione dell'Alveare è diversa. Anzi, lo spazio baby sarebbe stato promosso proprio grazie all'approvazione del municipio: "In merito al sopralluogo svolto dalla polizia amministrativa, si precisa che il coworking con spazio baby ha avuto ragione di esistere grazie all'approvazione, al sostegno e al patrocinio del progetto da parte di Roma Capitale e Munucipio V, e che le autorizzazioni in oggetto non sono state richieste poiché non esiste normativa specifica con competenze in materia di coworking con spazio baby, trattandosi di un servizio del tutto innovativo, dove i genitori restano nello spazio adiacente a quello di bambine e bambini, non assimilabile ad asilo nido, spazio Be.Bi o altri. Per tutte le attività svolte è sempre stata garantita adeguata copertura assicurativa".

Si chiude un luogo fondamentale per l'ossessione della legalità

Il 31 marzo l'Alveare lascerà lo spazio di via Fontichiari 35. L'associazione che lo gestisce a titolo gratuito, aveva detto a Fanpage che sperava che nel bando fosse rispettata la vocazione dello spazio. Ma questo non è garantito. "Appena loro usciranno da via Fontichiari noi faremo un bando – ha concluso Boccuzzi – Spero che i tempi siano brevissimi ma dobbiamo vedere prima se gli spazi sono agibili. Il bando sarà libero e senza nessun vincolo, sarà una commissione a valutare. Noi facciamo tutto con trasparenza". Il 31 marzo si pone quindi fine a un'esperienza che ha dato modo a tanti adulti e bambini di incontrarsi nello spazio di via Fontechiari 35. Il M5s chiude un luogo che ha permesso a tanti genitori di lavorare in un ambiente sicuro e protetto. L'Alveare è stato un posto che ha consentito alle donne di non dover rimanere chiuse in casa, ma di poter uscire e tornare alla vita professionale in modo graduale, insieme ai loro figli. Ha garantito un servizio fondamentale in una città come Roma, totalmente carente da questo punto di vista. Il 31 marzo L'Alveare chiude. E tutto per l'ossessione della "trasparenza", dell'assegnazione tramite bando pubblico che non riconosce altre forme di gestione. Nonostante siano pienamente legali e – soprattutto – radicate sul territorio. Cosa ci sarà in futuro in quello spazio? Non è dato saperlo. Sicuro non la comunità che l'aveva animato in questi anni.

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