L’Alveare chiude, mamme danno le chiavi al V municipio: “Ma il nostro progetto continuerà”
L'Alveare oggi ha consegnato le chiavi al V municipio. Gli spazi di via Fontechiari, fino a ieri rifugio di mamme lavoratrici e bimbi piccoli, sono stati richiesti indietro dal Movimento 5 stelle: a nulla sono valse le proteste della cittadinanza, che ha chiesto a gran voce di lasciare L'Alveare al quartiere. "Abbiamo avuto il sostegno e la vicinanza di tante persone stamattina – ha raccontato a Fanpage.it Serena dell'Alveare – A dimostrazione del fatto che la chiusura non ha danneggiato solo le tre persone che ci lavoravano dentro, ma tutta una comunità che da questo momento avrà un luogo di incontro, di aggregazione e di servizi in meno. Siamo state contente di questa giornata, anche se è stata brutta".
L'Alveare rimane vuoto: solo qualche giorno fa era pieno di bambini
Il municipio a 5 stelle ha chiesto indietro gli spazi dell'Alveare perché lo stabile era stato assegnato all'associazione in maniera diretta. Una forma di concessione che il partito pentastellato non riconosce: per questo motivo, ma ancora non si sa quando, sarà fatto un bando pubblico per determinare a chi andrà l'Alveare. A questo bando potrà partecipare chiunque, non ci sarà nessun vincolo alla destinazione d'uso. Le mamme lavoratrici e precarie che usufruivano di quello spazio e nello stesso tempo potevano tenere con sé i bambini, saranno quindi solo un lontano ricordo di quelle mura. Questa mattina, quando hanno riconsegnato le chiavi, non si è presentato nessun politico del V municipio. "Sono venuti solo i tecnici e questo ce l'aspettavamo, anche se sarebbe stato giusto che chi abbia preso questa decisione ci mettesse la faccia – continua Serena – Senza contare che si sono affrettati a chiudere e sigillare porte, finestre e a mettere nuove serrature. Come se il problema fosse chiudere una serratura invece che dare una destinazione d'uso a uno spazio che meno di una settimana fa era occupato da cinquanta persone tra adulti e bambini".
"Ma il progetto dell'Alveare continua"
Per adesso lo spazio di via Fontechiari rimarrà chiuso e inutilizzato, fino a che il V municipio non decida di promulgare un bando per il posto. Ma l'esperienza dell'Alveare potrebbe non essere finita. "Non è giusto e sensato che si concluda così. Forse termina la nostra storia in quegli spazi, ma l'Alveare cercherà altri luoghi e ambiti nei quali potersi installare e vedere dove andare". Nel frattempo molte persone si sono attivate per permettere alle mamme e ai loro bambini di continuare a lavorare e stare insieme. "Tante associazioni ci hanno offerto di poter usare in via temporanea i loro spazi per alcune attività o per riunirci, ma naturalmente cerchiamo uno spazio idoneo soprattutto per bimbi piccoli. Questo non è facile. L'Alveare aveva tutta una serie di caratteristiche, dai bagni a norma all'accesso al piano terra che lo rendevamo perfetto per bimbi. Ma è stato bello vedere tutte queste manifestazioni di solidarietà".
Bonafoni: "La chiusura dell'Alveare, una vergogna per la città"
Contro la chiusura dell'Alveare si schiera anche Marta Bonafoni, capogruppo della Lista Civica Zingaretti in Consiglio regionale, ed il consigliere municipale Stefano Veglianti. Entrambi questa mattina era presenti al momento di consegna delle chiavi al V municipio. "La chiusura dello spazio co-working L'Alveare a Centocelle, nel Municipio Roma 5, è purtroppo arrivata puntuale alle 10.00 di stamane – hanno scritto Bonafoni e Veglianti in una nota – Alla riconsegna delle chiavi assieme alle operatrici hanno partecipato decine e decine di mamme e papà con i loro figli nella speranza di comprendere come organizzare le proprie giornate, da genitori e da lavoratrici e lavoratori, a partire da lunedì ma purtroppo non hanno trovato – per l'ennesima volta – nessuna possibilità di dialogo con la Giunta municipale, assente. La chiusura dello spazio co-working è l'ennesimo fallimento della maggioranza a 5 stelle che, dopo aver chiuso il Campo di Villa Gordiani e la casa delle associazioni della Rustica, non è in più in condizione per poter mettere il proprio volto sul territorio. L'aver lasciato tutto nella mani dei tecnici del Comune e della polizia locale di Roma Capitale ne è la prova. Come già annunciato la Regione è impegnata per salvaguardare l'esperienza. Auspico che il Municipio – per quanto di sua competenza – agisca al più presto attraverso un nuovo bando di assegnazione nella speranza che i locali non vengano sottratti prima alla pubblica utilità".