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La polizia mette i sigilli al Rialto , e ora spunta fuori la vendita dell’immobile

La polizia mette di nuovo i sigilli al Rialto Sant’Ambrogio, le associazioni assegnatarie in rivolta denunciano: “Il Comune vuole vendere questo storico palazzo, gli chiediamo di non cancellare un luogo pubblico, non statale, centro di sperimentazione culturale e sociale”.
A cura di Valerio Renzi
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"Come un copione già scritto, a un anno esatto da quel 19 febbraio 2014 in cui ci riconsegnarono il bene, dopo 5 anni di processi che accertarono la legalità totale dell'Associazione Culturale Rialto Roma e Circolo Arci Roma al Sant'Ambrogio, oggi siamo di nuovo sotto sequestro preventivo. Ricominciamo". Così annunciano sulla pagina Facebook gli animatori del Rialtoccupato, lo splendido palazzo in via Sant'Ambrogio a pochi metri da via del Portico d'Ottavia.

La polizia ha messo nuovamente i sigilli al piano terra, al giardino, al teatro e agli uffici dell'associazione che gestisce le attività sociali e ricreative. La motivazione addotta dalle forze dell'ordine che oggi hanno bussato allo stabile per mettere i sigilli sono ‘problemi di sicurezza'. Gli stessi spazi del Rialto erano stati dissequestrati dal tribunale nel 2014, al termine di un sequestro preventivo e tre processi penali.

Solo alcuni giorni fa una lettera di diverse associazioni che trovano la loro casa nel Rialto (la maggior parte di queste non toccate direttamente dal sequestro) rivolto al sindaco Marino e all'assessore Cattoi: "In data 28 Gennaio il Dipartimento Patrimonio, Sviluppo e Valorizzazione di Roma Capitale ha inviato a tutte le realtà che hanno sede al Rialto Santambrogio una lettera di recupero coatto dell'immobile, concedendo 30 giorni per "abbandonare" la struttura. Una vera e propria intimidazione atta allo sgombero di uno spazio legalmente assegnato e per ciò tutelato nella sua attuale destinazione d'uso a scopi sociali e culturali".

Una vicenda che assume contorni ancora più complessi alla luce dell'inserimento dello stabile nella delibera, in discussione in queste ore in aula Giulio Cesare, che prevede l'alienazione del complesso monumentale del Sant'Ambrogio della Massima. Lo stabile non ospita solo l'associazione Rialtoccupato che si occupa di eventi culturali, ma anche le sede dell'Arci Roma, del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, Forum Ambientalista, Attac Italia e del Circolo Gianni Bosio. Per questo nella loro lettera chiedono alle istituzioni di "non cancellare un luogo pubblico, non statale, centro di sperimentazione culturale e sociale e per tanto svincolato dal mero fattore economico".

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