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La mamma di Antonio, il bimbo morto nel traffico a Roma: “Non immagino la mia vita senza di lui”

La mamma di Antonio, il bambino di 11 anni che ieri è morto per un malore nel traffico di via Cristoforo Colombo, ha raccontato al Messaggero quanto accaduto ieri: “Intorno a noi c’era tanta gente, sono scesi tutti dalle auto. Tutti volevano aiutarci, ma è stato inutile, un incubo. Non immagino la mia vita senza mio figlio”.
A cura di Enrico Tata
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Foto Facebook
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Ioana e suo figlio Antonio, il bambino di 11 anni che ieri è morto nel traffico di via Cristoforo Colombo a Roma, sono usciti di casa, un'abitazione del quartiere romano di Casalpalocco, verso le 8 di mattina. Insieme a loro, a bordo dell'automobile c'era anche la zia del piccolo. Alle 9 e 20 avevano un appuntamento con un allergologo all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. In passato, infatti, Antonio aveva già avuto crisi respiratorie e già era stato ricoverato al pronto soccorso. Dopo un quarto d'ora nel traffico, all'altezza di via Wolf Ferrari, sulla Colombo, il bambino si è sentito male. Le due donne hanno accostato, hanno chiesto aiuto e un'ambulanza è arrivata, scortata nel traffico dai vigili urbani, dopo 6 minuti dalla chiamata. Inutili, purtroppo, i tentativi di salvare il piccolo. Per mezz'ora gli operatori sanitari hanno tentato di rianimarlo e di praticargli il massaggio cardiaco, ma non c'è stato nulla da fare.

La mamma: "Di notte respirava male, non ero tranquilla"

"Siamo usciti di casa verso le 8. C'era un muro di macchine purtroppo. Dopo un quarto d'ora è cominciato tutto. Intorno a noi c'era tanta gente, sono scesi tutti dalle auto. Tutti volevano aiutarci, ma è stato inutile, un incubo. Non immagino la mia vita senza mio figlio", ha raccontato al Messaggero la mamma. 

"Avevo già portato Antonio per cinque volte al pronto soccorso del Bambino Gesù. L'ultima, il 2 aprile, era stato colto da una crisi respiratoria proprio mentre stava dall'allergologo, il dottore lo ha trasferito subito in pronto soccorso con l'ambulanza, dove gli hanno dato il cortisone, lo hanno stabilizzato e rimandato a casa. Io non ero tranquilla, la notte respirava sempre male e volevo il parere di un altro medico", ha dichiarato ancora la donna. Nelle prossime ore ha un appuntamento con il magistrato per valutare le decisioni da prendere in merito a una possibile denuncia.

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