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La giornalista Federica Angeli testimonia contro il clan Spada. In aula anche la sindaca Raggi

Oggi la testimonianza in tribunale di Federica Angeli – giornalista di Repubblica sotto scorta – contro due esponenti del clan Spada. In aula anche la sindaca Virginia Raggi. “Hanno provato in tutti i modi a privarmi della mia libertà ma sono riusciti a privarmi solo di quella fisica”, ha dichiarato.
A cura di Valerio Renzi
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La giornalista di Repubblica Federica Angeli, ha testimoniato oggi in aula al tribunale di Roma contro due esponenti del clan Spada. La mafia di Ostia ha ripetutamente minacciato la cronista, tanto che ormai da anni vive sotto scorta. In aula anche la sindaca Virginia Raggi. Era  il 17 luglio del 2013 quando Angeli assistette ad un tentato duplice omicidio sotto la sua abitazione a Ostia, avvenuto nell'ambito di un regolamento di conti tra esponenti dei clan del litorale. "Carmine Spada intimò alle persone che si erano affacciate alla finestra di rientrare dentro. Disse: ‘Che cosa guardate? Lo spettacolo è finito. Tutti dentro!'. In quel momento ho sentito le tapparelle abbassarsi. Io sono rimasta lì, anche se mio marito mi diceva di rientrare. Non eseguo gli ordini di uno Spada", così ha ricordato in aula oggi quel giorno di ormai quasi cinque anni fa quando la sua vita è cambiata.

"Sono 1736 giorni che vivo sotto scorta. In questi anni ho ricevuto minacce dirette e indirette, insulti e intimidazioni sui social, fino al proiettile che mi è stato spedito recentemente", ha dichiarato Angeli. "Anche mio figlio, quando aveva 8 anni, venne preso di mira da Carmine Spada, che gli fece il gesto del segno della croce sotto casa nostra. Due imputati vennero sotto la mia abitazione a brindare perché erano stati scarcerati – ha spiegato – Vivo blindata, non posso nemmeno affacciarmi dal balcone di casa, proprio da lì dove ho visto la i fatti".

Federica Angeli dopo la deposizione: "Mi sento libera"

"Hanno provato in tutti i modi a privarmi della mia libertà ma sono riusciti a privarmi solo di quella fisica, perché la scorta, ma sicuramente io alle loro regole non ci sto e posso dirvi che nella mente mi sento libera, è una bellissima sensazione. – ha dichiarato al termine della deposizione –  È stato doloroso ricordare le minacce di morte e il segno della croce fatto a mio figlio, però non si può avere paura. A quelle persone che quel giorno hanno abbassato le tapparelle voglio dire che adesso provo un senso di libertà che nessuna violenza o minaccia o proiettile potrà mai togliermi. Oggi ha vinto la libertà di essere dalla parte giusta".

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