La foto di Giuseppe Conte con i proprietari del Roxy Bar, aggrediti e minacciati dai Casamonica
A Pasqua di un anno fa il Roxy Bar, un piccolo bar alla Romanina, quartiere periferico di Roma, fu distrutto da alcuni esponenti della famiglia Casamonica e i gestori del bar, Roxana e Marian, furono minacciati e aggrediti. Tutto perché i membri del clan pretendevano di essere serviti per primi e quando una ragazza disabile si è permessa di contraddirli e rimproverarli, loro l'hanno picchiata e poi hanno messo a soqquadro il locale.
A distanza di un anno, oggi il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha fatto una visita a sorpresa al bar. "Il perché di questa improvvisata? Sono qui non per testimoniare solidarietà, perché lo Stato la solidarietà l'ha già data. Ci sono stati vari passaggi delle istituzioni, il presidente Mattarella li ha insigniti di un alto riconoscimento: sono Cavalieri delle Repubblica. Io volevo testare il caffè, e oggi posso dire che il caffè qui è buono. Sono venuto a fare pubblicità, perché non è che il giorno dopo si spengono i riflettori, ma serve ricordare quel che è successo. Oggi posso dire che fanno davvero un ottimo caffè", ha detto il presidente del Consiglio, che poi ha aggiunto: "E' importante che la comunità e le istituzioni non siano presenti e vicini solo nel momento clou in cui c'è la reazione immediata, le condanne, le indagini.. Poi spesso ne risente l'attività commerciale e non bisogna abbandonarli. Qui fanno un buon caffè, dunque la legalità si coniuga al sostegno dell'attività commerciale".
Roxy Bar, la foto di Conte insieme a Roxana e Marian
Il capo del governo si è poi fatto fotografare insieme ai due titolari del bar, Roxana e suo marito Roman. Proprio Roxana, 34enne di origine romena, è stata nominata Cavaliere della Repubblica Italiana "al valore della legalità" dal Presidente Sergio Mattarella per aver avuto il coraggio di denunciare l'aggressione. Per il raid al Roxy Bar Antonio Casamonica è stato condannato a sette anni di reclusione per lesioni e violenza privata aggravate dal metodo mafioso. Alfredo e Cristian Di Silvio sono stati condannati a 4 anni e 10 mesi e a 4 anni e otto mesi