L’ex assessore Ozzimo non prendeva soldi da Buzzi: intercettazione era trascritta male
Cade nell'aula del tribunale di Roma, dove sta sostenendo il processo con rito abbreviato, l'accusa di corruzione più grave per l'ex assessore alla Casa di Roma Capitale Daniele Ozzimo, tra i politici del Partito democratico coinvolto nell'inchiesta "Mondo di Mezzo" con l'accusa di essere alle dipendenze della cricca di Buzzi e Carminati.
La frase pronunciata da Salvatore Buzzi al telefono, che nelle carte dei pm si poteva leggere "gli unici seri lì che pigliano i soldi so Ozzimo", era in realtà trascritta male. Fatta riascoltare in aula dalla difesa dell'ex assessore è parso subito chiaro come il senso della frase fosse radicalmente diverso: "Gli unici seri lì che ‘n pigliano i soldi so Ozzimo". Una sola lettera di differenza, quella "n", che però fa la differenza.
Tanto che non solo la difesa ma anche l'accusa ha chiesto di stralciare l'intercettazione contro Ozzimo, che veniva indicato da Buzzi come l'unico tra i consiglieri dem contattati indisponibile a prendere i soldi in poche parole. Le stesse dichiarazioni dell'ex ras delle cooperative rese in carcere lo scorso 26 giugno andavano nella stessa direzione: "Ozzimo era l’unico del PD che non prendeva i soldi, l’unico".
Daniele Ozzimo rimane comunque imputato: l'accusa ha chiesto la condanna a due anni e due mesi perché l'esponente democratico avrebbe chiesto a Buzzi con una mail di assumere una ragazza in difficoltà di sua conoscenza. Assunzione poi effettivamente avvenuta: la ragazza è stata assunta da una coop di Buzzi per fare le pulizie al Bioparco nei week-end e poi licenziata dopo quattro mesi. Inoltre avrebbe chiesto in cambio dell'impegno a tutelare alcuni servizi gestiti dalle coop di Buzzi il salvataggio di una cooperativa edile.