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Ilary, la bimba disabile non portata in gita. Il preside: “Momento di forte imbarazzo”

Il libretto di un autobus con pedana viene sequestrato e non si trovano mezzi accessibili in alternativa. Un’alunna disabile resta in classe mentre i propri compagni partono per la gita, così la madre filma tutto e lo pubblica su Facebook. Oggi il chiarimento da parte della scuola che avrebbe proposto più di una soluzione ai genitori della bimba, ma tutte rifiutate.
A cura di Iacopo Melio
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All’indomani della bufera che si è abbattuta sull’istituto comprensivo “Ardea II” di Ardea (Roma), risponde il preside Enrico Raponi per chiarire la posizione della scuola. Ilary, bambina di nove anni con gravi disabilità, era stata lasciata in classe senza poter andare in gita con i propri compagni a causa del sequestro del libretto dell’unico pullman con pedana disponibile per quel giorno: così aveva denunciato la madre, Federica D’Orta, riprendendo con una video-diretta sul proprio profilo Facebook l’uscita dei ragazzi dai cancelli della scuola, facendo scoppiare così un tam tam mediatico.

“Quella che in queste ore sta circolando è l’immagine distorta della nostra scuola, tacciata come discriminatoria e non inclusiva, quando non è affatto così. Il nostro Istituto si trova in un quartiere molto difficile e siamo abituati a trattare certe situazioni con la massima delicatezza e il massimo rispetto.”

Inizia così la telefonata con il Preside Raponi al nostro giornale, spiegando che la scuola avrebbe offerto alla famiglia dell'alunna più di una soluzione per permetterle di andare in gita insieme agli altri compagni. Gita che, per motivi logistici, non si sarebbe potuta annullare né spostare.

“Ci sono impegni, accordi e regole che se non vengono rispettate portano a sanzioni e provvedimenti importanti. La gita riguardava la visita alla tenuta presidenziale di Castel Porziano a Roma: capirà bene che un simile incontro, fissato con largo anticipo e per giunta con degli accorgimenti non da poco legati alla sicurezza, non può essere annullato nel giro di ventiquattro ore. Per questo ci siamo dimostrati disponibili da subito, proponendo alla mamma della ragazzina alcune alternative come, ad esempio, quella di trasportarla seduta, nella massima sicurezza, sul sedile dell’autobus, legandola con le apposite cinture e mettendole accanto due insegnanti per proteggerla; la vicaria dell’istituto si sarebbe presa la responsabilità di trasportarla personalmente alla tenuta; infine, avremmo permesso alla madre di partecipare alla gita per accompagnarla lei stessa se quest'opzione fosse stata preferita… Ma niente, la famiglia non ha voluto sentire ragioni e si è opposta fin da subito.”

Uno sfogo di rabbia impulsivo, a quanto pare, quello della mamma di Ilary che nel frattempo ha oscurato il video pubblicato ieri su Facebook e ristretto la privacy del suo profilo.

“C’è stata una vera e propria violazione della privacy da parte dei genitori della bambina. In quel video si vedono chiaramente dei minori e altri adulti senza, ovviamente, aver dato il consenso alla pubblicazione. Si tratta di una diffusione illecita di dati e di un uso improprio delle immagini, con tanto di diffamazione verso la scuola. Lo stesso comitato dei genitori si è sentito colpito da questo gesto che ha fatto passare le altre famiglie come insensibili, solamente perché non è stato possibile annullare o posticipare l’uscita (quando, come già detto, non sarebbe stato necessario avendo offerto delle soluzioni anche se non quella sperata di avere un altro autobus con pedana).”

Ricordiamo che la mamma Francesca D'Orta aveva dichiarato che sua figlia, in classe, era rimasta da sola in quanto la propria insegnante di sostegno, pur essendo a conoscenza della situazione, aveva preferito recarsi a Roma a scioperare insieme ai propri colleghi precari:

“Francamente, sono un dirigente ma sono anche un lavoratore e devo tutelare i diritti dei miei dipendenti, anche quello allo sciopero. Su questo non mi sento di accusare assolutamente nessuno. Posso garantire che la bambina non era certo abbandonata a se stessa (tra l'altro ci sono obblighi e regole ben precise su questo), ma le è stato affiancato del personale autorizzato per tutto l’orario scolastico previsto”.

E sulle scelte e i provvedimenti che intenderà prendere la scuola per tutelarsi:

“Mi occuperò personalmente di questo "incidente" anche con la ditta di autobus coinvolta, ma non intendo fare da “scarica barile” né dare colpe a qualcuno. Capiremo in privato di chi sono certe responsabilità e se si sarebbe potuto fare di più. Inoltre vorrò incontrare i genitori della bambina il prossimo martedì mattina, in modo da avere un dialogo con loro e cercare di comprendere insieme l’accaduto e le dinamiche. Questo è un forte momento di imbarazzo per noi, abbiamo subito una grave diffamazione a fronte del duro lavoro che compiamo ogni giorno per includere tutti, nel massimo del rispetto, offrendo una formazione migliore possibile. Non ci stiamo: saranno probabilmente presi dei provvedimenti verso chiunque abbia contribuito alla diffusione di questa immagine distorta.”

Infine, una conclusione che, come piace a noi, prova a guardare il lato positivo delle cose:

"Ci sono un sacco di realtà meritevoli, come il fatto che molti dei nostri alunni stiano partecipando ai campionati nazionali della matematica: questo però non viene raccontato, perché non fa notizia, e si tende sempre ad amplificare ciò che crea scompiglio. È troppo facile così. Visto il contesto difficile nel quale ci troviamo, credo che accendere i riflettori sul bello e sul buono che c’è faccia bene a tutti, ragazzi in primis."

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Laureato in Scienze Politiche (curriculum in "comunicazione, media e giornalismo"). Racconta le storie degli altri come giornalista, scrittore e attivista per i diritti umani e civili. Vincitore del Premio "Cittadino Europeo" nel 2017, è stato nominato "Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana" da Sergio Mattarella nel 2018.
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