Il racconto di Ivano: “Papà ricoverato a San Raffaele morto per Covid, ucciso da sanità privata”
"Mio padre è entrato alla casa di cura San Raffaele di Rocca di Papa perché doveva fare una semplice riabilitazione per riacquistare la motricità. È arrivato lì sano. Il 2 aprile mi hanno chiamato per dirmi che aveva la febbre a 38 e mezzo e aspettavano i risultati del primo tampone. Il 5 aprile mi ha chiamato la Asl Roma 6 per dirmi che era positivo al coronavirus. Dopo il secondo tampone lo trasferiscono d'urgenza dal San Raffaele al Nuovo Ospedale dei Castelli. Il 12 mi telefonano per dirmi che, a seguito di una crisi durata parecchie ore, mio padre non ce l'ha fatta. È morto a mezzanotte e un quarto del 12 aprile". Aldo Ciccarelli è una delle persone morte dopo aver contratto il Covid-19 alla casa di cura San Raffaele di Rocca di Papa, diventato uno dei maggiori focolai di coronavirus nel Lazio. La procura di Velletri ha aperto un fascicolo: l'ipotesi di reato più grave è omicidio colposo. A raccontare la storia di Aldo Ciccarelli a Fanpage.it è il figlio Ivano, che ha già annunciato di voler presentare un esposto in Procura per la morte del padre. "Sto mettendo tutte le carte in mano a un avvocato – spiega – Ma una delle cose peggiori è che non stiamo ricevendo aiuti da nessuno".
"La schifosa sorte toccata a mio padre non è singolare – continua Ivano – Ciò che è obbrobrioso è quello che accade dopo ai parenti. Dai sindaci ai presidenti di Regione, dai ministri al presidente del Consiglio, ogni volta che qualcuno di loro ha un microfono sotto la bocca parla di aiuti alle famiglie. Non è ciò che sta capitando a noi". I medici hanno impedito a Ivano di vedere la salma per l'ultima volta, il funerale non è stato possibile organizzarlo. "Hanno voluto decidere loro sul corpo di mio padre, però poi le spese le ho dovute sostenere io". I parenti delle persone morte di coronavirus non hanno tempo e modo di elaborare il lutto. Non possono riconoscere il corpo, non possono organizzare una cerimonia funebre: sono lasciati a loro stessi, una condizione aggravata dall'isolamento. E senza un aiuto da parte dello Stato.
"Bisogna ricordare che mio padre ha preso il Covid-19 non per i fatti suoi, ma in una casa di cura dove sarebbe dovuto essere tutelato. E invece non ci viene riconosciuto nulla". Dopo la sua morte, Ivano e la sua famiglia hanno fatto un piccolo manifesto funebre che hanno affisso ai Castelli Romani. Sopra c'è scritto: "Il 12 aprile 2020 alle 00:10 si è spento Aldo Ciccarelli. Mancherà a tutte, tutti quelli che hanno conosciuto quel Gran Signore che fu, la Sanità ‘pubblica' ha sempre curato i suoi malanni, quella ‘privata' lo ha ucciso. Né fiori né opere di bene, ma neanche una lacrima, solo tanta rabbia".