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Il procuratore Pignatone: “Anche dopo Mafia Capitale il problema più grave di Roma è la corruzione”

Ultimo discorso di Giuseppe Pignatone da procuratore capo di Roma all’inaugurazione dell’anno giudiziario, nel quale ha rivendicato lo sforzo per raggiungere le sentenze di riconoscimento della presenza di associazioni mafiose a Roma, e denunciato la mancanza di risorse per far frotne alla complessità dei problemi della capitale.
A cura di Valerio Renzi
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Giuseppe Pignatone, procuratore Capo di Roma, è intervenuto all'inaugurazione dell'anno giudiziario per il suo ultimo discorso da capo dei magistrati romani, dato che in primavera vedrà terminato il suo compito. Un discorso che è anche un bilancio per Pignatone, che ha legato la sua stagione a piazzale Clodio a inchieste che hanno segnato la vita della città a cominciare da mafia capitale. Un problema che non è stato estirpato: "Secondo me, continuo a dirlo, il problema principale di Roma è la corruzione".

Pignatone ha poi sottolineato l'importanza delle sentenze che hanno riconosciuto l'aggravante di 416 bis, dopo che per almeno 15 anni si è assistito a un vero e proprio negazionismo in merito alla presenza di associazioni mafiose a Roma anche in ampi settori delle istituzioni. “I clan erano ben noti a tutti, secondo me sono importanti le sentenze perché offrono degli strumenti di contrasto a forme di estrema pericolosità, che se esaminate in modo parcellizzato non consentono di cogliere la pericolosità del fenomeno e di adottate strumenti di contrasto adeguati”, ha sottolineato il procuratore Capo. Il riferimento è alle condanne per l'organizzazione di Buzzi e Carminati, ma anche contro i clan di Ostia (Fasciani e Spada) e il clan Casamonica, ma anche la così detta camorra della Tuscolana.

"Credo che il nostro sforzo debba essere sulla cifra fondamentale di Roma, la complessità – ha aggiunto – La Procura ha 16 gruppi di lavoro e nessuno può essere lasciato in favore di altri. Il nostro sforzo è stato quello di far fronte a questa complessità”. E rispetto al suo prossimo addio e a un bilancio di questi sette anni, tra risultati raggiunti e la denuncia della mancanza di risorse: “Aspettiamo il mese di maggio per dire qualcosa in più. Per il resto colgo l’occasione per ringraziare i colleghi e il personale di questi uffici. Noi siamo con l’acqua alla gola, è un miracolo che si raggiungono i risultati nelle condizioni date. I buchi del sistema amministrativo sono parte significativa di quello che poi diventa prescrizione. La Procura sente come suo primo obiettivo quello della tutela del cittadino. Il primo di ringraziamento va ai giudici, se la Procura ha raggiunto dei risultati è grazie a loro”.

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