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Il nuovo sponsor della Roma è la compagnia di uno Stato che non rispetta i diritti umani e discrimina le donne

L’As Roma ha chiuso un ricco accordo di sponsorizzazione con Qatar Airways, ma nessuno sembra preoccuparsi dell’associazione tra la squadra di calcio della capitale e la compagnia di bandiera accusata di discriminare le donne lavoratrici, per non parlare del rispetto dei diritti umani nel paese del Golfo che ospiterà i mondiali del 2022 negli stadi costruiti grazie alle condizioni di semi schiavitù in cui sono costretti i migranti.
A cura di Valerio Renzi
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Nel giorno in cui i giallorossi partono per Liverpool, dove domani sera disputeranno l'andata della semifinale di Champions League dopo l'impresa dell'Olimpico contro il Barcellona, la società annuncia il nuovo sponsor della squadra: la compagnia di bandiera del Qatar, la Qatar Airways. Giubilo e felicità da parte di molti tifosi, speranzosi che la compagnia del piccolo emirato del Golfo porti con sé investimenti e una rinnovata capacità di spesa sul mercato estivo. Secondo quanto reso noto si tra del “più grande accordo mai siglato dalla società e uno dei più importanti raggiunti da un club italiano”. La firma apposta stamattina al contratto di sponsorizzazione vale 40 milioni in tre stagioni, poco più di 13 milioni l'anno per tre anni.

Sorridenti e determinati, nella foto che pubblicizza l'avvenuto accordo i beniamini dei tifosi, a cominciare dal capitano Daniele De Rossi, poi Nainggolan e Strootman, il centravanti Dzeko e l'altro romano e romanista Alessandro Florenzi. Nessuno sembra badare troppo all'associazione tra la maglia giallorossa e la compagnia aerea di uno stato autoritario e fortemente criticato per il rispetto dei diritti umani e democratici. L'ultimo rapporto di Amnesty International sul Qatar fotografa una situazione molto grave, in un paese dove manca il più basilare rispetto del diritto di associazione politica, sociale e sindacale, nonché della libertà espressione e di critica del potere detenuto dalla monarchia di fatto assoluta che governa il paese.

E se le riserve petrolifere hanno fatto del piccolo paese del golfo un importante attore regionale e globale, permettendogli di investire all'estero e di fare acquisti prestigiosi – grazie alle riserve del Qatar Investment Authority, che opera per conto del Fondo sovrano del paese – soprattutto in Europa, ciò non ha migliorato le condizioni di vita delle donne e non ha ad esempio portato ad una moratoria sulla pena di morte, tutt'ora in vigore nel paese, così come i matrimoni combinati che riguardano anche ragazze minorenni date in moglie ad uomini adulti dalle famiglie. La stessa compagnia aera di Stato è finita nel mirino per la regolamentazione del lavoro femminile, con l'obbligo contrattuale a non rimanere incinta e l'assunzione solo di personale femminile single. L'Alliance for Workers Against Repression Everywhere, associazione con base a Washington ha lanciato una campagna di boicottaggio della compagnia per le discriminazioni a cui sottopone il personale.

Particolarmente preoccupanti secondo Amnesty sono poi le condizioni dei cittadini migranti nel paese, attratti dalle possibilità di lavoro come domestici o come operai in particolare nel settore delle opere pubbliche, condizioni paragonabili a volte ad una semi schiavitù e segnate da razzismo e discriminazione. La costruzione degli stadi nel paese per tenere i mondiali di calcio del 2022, sta costando la vita a decine di lavoratori provenienti da Bangladesh, India e Nepal e per altre migliaia condizioni di vita e sfruttamento terribili. 

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