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I romani non amano più Ostia: stabilimenti a rischio chiusura

-50% degli abbonamenti, -30% degli ingressi giornalieri: su Ostia pesano il commissariamento per Mafia, trasporti ancora da riqualificare e, secondo Federalberghi, la mancanza di progettualità.
A cura di Redazione Roma
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Per molti romani Ostia è lo sbocco naturale della Capitale sul mare, eppure quest'anno i conti non tornano e per l'estate 2017 potrebbero essere una decina gli stabilimenti costretti a chiudere. Si tratta di quei lidi di fascia media che puntano ad accogliere un po' tutti, ma che quest'anno hanno fatto registrare un -50% degli abbonamenti e un -30% degli ingressi giornalieri con esiti devastanti: su 12.000 cabine offerte, la metà sono vuote. Le cause possono essere tante, dal commissariamento del Municipio che ha imposto una riduzione delle risorse disponibili, ad una reputazione non proprio lusinghiera che prescinde dallo scandalo di Mafia capitale. L'evidenza della crisi del turismo di Ostia è sotto gli occhi di Renato Papagni, presidente di Federalberghi Roma, che al Corriere ha spiegato che "Ostia è abbandonata, il degrado è sotto gli occhi di tutti. Non è solo la parola mafia ad allontanare i visitatori, ma la mancanza di una progettualità, di un appeal, di una visione per il settore. Noi imprenditori siamo pronti a cambiare i nostri prodotti, ma salviamo la città". Vale a dire, forse, che se c'è da puntare sulle spiagge libere attrezzate, ben venga.

C'è poi il nodo del trasporto pubblico, perché se i romani vogliono sfuggire alla città e farsi un bagno ad Ostia non è pensabile che si facciano prima un bagno di sudore in auto, nel traffico, o nel "trenino" Roma-Lido. Con la riqualificazione del collegamento ferroviario, per il quale è attivo un progetto, le cose potrebbero girare meglio. Ma si tratta di attendere laddove la crisi incombe. D'altro canto, l'altro mare che tradizionalmente ha accolto i romani, non va malissimo: a Fregene si confermano i dati dello scorso anno dopo l'inizio stagione incerto a causa del cattivo tempo. I proprietari delle seconde case sono tornati ad abitare questa frazione di Fiumicino, mentre gli affitti delle villette sono addirittura aumentati del 10%. Dati in positivo che sono anche l'effetto di un fenomeno negativo: il terrorismo ha incoraggiato i romani a non partire e a prediligere la soluzione "sotto casa".

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