I clan di Ostia erano pronti a tornare a uccidere: “Poi andiamo alla Spa”
A Ostia i Fasciani non si toccano. Nonostante gli arresti e i processi, il clan a lungo egemone sul litorale di Roma è lontano da scomparire, anche se certo ha fatto qualche passo indietro per lasciare spazio ai suoi alleati storici, gli Spada. Qualcuno ha dato alle fiamme alla macchina e alla motocicletta di Fabrizio Ferreri, nipote di Terenzio Fasciani e cognato di Ottavio Spada, tutti e tre colpiti ieri da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. In tutto 21 le persone arrestate, accusate di gestire il traffico di droga tra Barcellona e Ostia. In tutto 700 i chili di stupefacente sequestrato e 1 milione i beni mobili e immobili posti sotto sequestro.
Un affronto che non poteva passare, forse legato al controllo del mercato degli stupefacenti. Ma gli inquirenti, che controllavano i movimenti degli uomini dei clan riescono a bloccare il raid che avrebbero portato a termine Danilo Salera (successivamente deceduto) e Thomas Spaziani, dopo il via libera arrivata dagli Spada. "A Fabbrì, se è stato lui va…", queste le parole che Ferreri attribuisce a Roberto Spada, con cui conferma di avere il via libera a vendicarsi, con un'arma fornita proprio da Ottavio Spada.
Un piano studiato nei minimi dettagli: dopo aver commesso l'omicidio i due si sarebbero dovuti rifugiare in un appartamento all'Infernetto, dando fuoco alla scooter e ai vestiti utilizzati e liberandosi della pistola calibro 38. "Poi andiamo tutti alla Spa", un premio dopo aver portato a termine l'omicidio che si sarebbe dovuto consumare nell'agosto del 2015.