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Grillo dice sì alle Olimpiadi del 2026 a Torino: ma perché a Roma non si potevano fare?

Beppe Grillo appoggia l’idea di candidare Torino alle olimpiadi invernali del 2026, dopo aver affossato la probabile vittoria di Roma per ospitare i giochi del 2024. Perché Chiara Appendino può fare le olimpiadi senza sprechi, cemento e debiti e Virginia Raggi no?
A cura di Valerio Renzi
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Non è un mistero che nel gran rifiuto della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 il ‘no' netto di Beppe Grillo ebbe un peso non indifferente. Una parte consistente del M5s della capitale, soprattutto in Campidoglio, avrebbe finito per cedere, a cominciare probabilmente dalla sindaca Virginia Raggi. Un ‘no' motivato soprattutto dall'impossibilità di ospitare il grande evento senza che questo finisse per allargare la voragine di bilancio di Roma Capitale e far aumentare il debito del comune. Opinione tra l'altro condivisa anche da Mario Monti quando era a guida del suo governo tecnico.

Perché lo stesso ragionamento non dovrebbe valere per Torino? Il garante del MoVimento si è detto favorevole all'ipotesi che la città governata da Chiara Appendino si candidi ai giochi invernali del 2026. Un cambio di linea che appare sorprendente, tanto che lo stesso M5s sotto la Mole e non solo, è spaccato su questo punto. "Le Olimpiadi sono una grande occasione per Torino e per il Movimento. Dimostreremo di saperle fare a zero debiti e in modo sostenibile", ha detto il Padre Fondatore durane un'assemblea a Torino. Ora il comune avrà tempo fino al prossimo 31 marzo per avanzare al comitato organizzatore la sua candidatura.

Dure le reazioni degli avversari politici, a cominciare da molti esponenti del Partito democratico, tra cui l'ex candidato sindaco di Roma Roberto Giachetti: "Grillo, dopo il no per Roma, dice che le Olimpiadi a Torino nel 2026 sono una grande opportunità. Cari romani che li avete votati fatevi qualche domanda e datevi qualche risposta su come vi considerano".

Il capoluogo piemontese ha già ospitato le Olimpiadi Invernali nel 2006, in occasione della XX edizione dei giochi. Eppure il grande evento, che senza dubbio rilanciò l'immagine di Torino come città post industriale, emancipandola da essere esclusivamente vista e percepita come città-fabbrica, ha lasciato alla città una gran quantità di debiti e infinite polemiche per sprechi e spazi abbandonati. Non esattamente quello che Grillo e Appendino hanno in testa. Ma soprattutto: perché le Olimpiadi senza debiti, cemento e spreco a Roma non si potevano fare? Il dubbio che il problema sia che la cordata politico-economica che puntava sui giochi nella capitale è ostile al M5s, e nel caso di Torino invece guardi con simpatia al governo di Appendino, è un dubbio che sembra più che legittimo. Altrimenti come spiegare la giravolta.

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