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Gloria Pompili, costretta a prostituirsi dai parenti: “Appendevano i figli in una cesta in balcone”

Sono tremendi i dettagli che escono fuori dalle motivazioni della sentenza di condanna degli assassini di Gloria Pompili, Loide Del Prete e il compagno di lei Saad Mohamed Mohamed Elesh Salem. I bambini della donna venivano appesi a una cesta in balcone per evitare che entrassero in casa mentre la madre era costretta a prostituirsi.
A cura di Natascia Grbic
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Mentre lei era costretta a prostituirsi in casa, i figli venivano appesi a una cesta in balcone. Questo è solo uno dei dettagli inquietanti raccolti nella motivazione della sentenza con cui i giudici della Corte di Assise hanno condannato a ventiquattro anni di reclusione Loide Del Prete e il compagno di lei Saad Mohamed Mohamed Elesh Salem. I due non solo hanno ucciso di botte la 23enne Gloria Pompili, ma per oltre un anno l'hanno sottoposta a maltrattamenti di una crudeltà inaudita, picchiandola e costringendola a prostituirsi. I giudici hanno evidenziato anche la superficialità con cui i servizi sociali – avvertiti più volte della situazione – hanno agito. In particolare una vicina di casa aveva denunciato che i bambini di tre e cinque anni venivano appesi a una cesta in balcone quando la madre veniva fatta prostituire in casa. La risposta dell'assistente sociale in quel caso era stata: "Fai una foto e portala qua".

Omicidio Gloria Pompili, servizi sociali ‘superficiali'

Sempre nelle motivazioni della sentenza di condanna, i giudici riportano la testimonianza di un'assistente sociale di Frosinone. "Una sua collega le aveva detto di aver visto Gloria Pompili prostituirsi presso l'asse attrezzato, anche se poi – per motivi che appaiono a questa Corte misteriosi e che, in vero dimostrano, ad essere generosi, incredibile trascuratezza e superficialità – avevano deciso di non intervenire, limitandosi di chiedere alla Pompili se fosse vero (naturalmente la Pompili le disse di no)".

L'omicidio di Gloria Pompili e le angherie della zia e del compagno

Gloria Pompili ha avuto una vita difficile. Il padre non si è mai occupato di lei, e a sei anni è finita in una casa famiglia. Qui è stato scoperto che aveva un lieve ritardo mentale, che la rendeva più bisognosa di attenzioni rispetto agli altri bambini. Ed è proprio sul suo stato di fragilità che hanno agito la zia e il compagno, che prima le hanno offerto aiuto, e poi l'hanno costretta a prostituirsi. Per non farla ribellare, minacciavano i suoi bambini. Il 23 agosto 2017 però, Gloria si era rifiutata: non aveva più intenzione di cedere ai suoi aguzzini e si era rifiutata di prostituirsi ancora. È morta alle 23.43 a causa di numerosi colpi con un oggetto contundente, calci e pugni. Il feroce femminicidio è avvenuto sotto gli occhi dei figli, che adesso sono stati affidati a un tutore.

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