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Una straordinaria scoperta nel Giardino di Ninfa, per molti il più bello del mondo

Apertura straordinaria al giardino di Ninfa, in provincia di Latina, prevista per la prossima domenica 23 giugno. I ricercatori dell’Università di Roma La Sapienza durante uno studio hanno scoperto la porta d’accesso e i resti di un ponte della città medievale.
A cura di Alessia Rabbai
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Meravigliosa scoperta al Giardino di Ninfa, nel territorio della provincia di Latina, considerato dal New York Times il più bello del mondo. I ricercatori della facoltà di Architettura di Roma La Sapienza, nel corso di uno studio, hanno trovato la porta d'accesso alla città medievale e i resti di un ponte, che attraversava un corso d'acqua, utilizzato per entrare nella città. Il luogo si trova vicino ai resti della basilica di Santa Maria Maggiore, dove nel 1159 il cardinale Rolando Bandinelli fu insignito del titolo di papa Alessandro III. A rendere nota la splendida e importante notizia che impreziosisce ancora di più il luogo magico e bellissimo, dove poter ammirare rovine medievali circondate dall'esplosione della natura, è stata la Fondazione Roffredo Caetani, che si occupa della gestione e del mantenimento del Giardino di Ninfa.

Giardino di Ninfa: domenica 23 giugno apertura straordinaria

Proprio la Fondazione ha fatto sapere che ha costruito un nuovo ponte, grazie a dei finanziamenti regionali e domenica prossima, 23 giugno, sarà per la prima volta utilizzabile dagli ospiti in visita del Giardino, con un'apertura straordinaria, rispetto alle date previste per il 2019. "I visitatori da domenica 23 in poi, potranno attraversare alcuni tratti inesplorati rispetto al normale percorso, angoli nascosti dove sarà possibile ammirare piante rare e di particolare bellezza – ha spiegato il direttore della Fondazione Caetani, Antonella Ponsillo – come alcune specie di agrumi antichi che abbiamo provveduto a piantare accanto al muro di cinta. Specie che risalgono al ‘500 e al ‘600 e sono in linea con la tradizione del Giardino e in particolare dell'Hortus Conclusus che si trova al suo interno e per questo rappresentano una forma di continuità sul piano storico e botanico".

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