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Ghetto dell’ex Penicillina: lunedì atteso lo sgombero. Gli occupanti: “Dove andiamo adesso?”

Lunedì atteso lo sgombero. All’interno hanno trovato una casa centinaia di persone che ora si trovano senza un’alternativa, magari dopo aver subito due o tre sgomberi in un anno. All’interno della fabbrica su via Tiburtina amianto e sostanze chimiche pericolose: sul futuro dell’area e sulla sua bonifica ancora nessuna certezza.
A cura di Valerio Renzi
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Da giorni sono cominciate le opere di bonifica dell'area circostante e degli ingressi dell'ex Fabbrica di Penicillina, per lunedì mattina è atteso lo sgombero dopo l'ordinanza firmata dalla sindaca Virginia Raggi che ordinando l'allontanamento delle persone all'interno della carcassa sventrata del relitto industriale su via Tiburtina per ragioni di sicurezza e sanitarie. Nel ghetto vivono centinaia di persone, censite e identificate a più riprese nelle scorse settimane. Per la maggior parte si tratta di migranti, tantissimi i richiedenti asilo o destinatari di protezione internazionale, tutti sono poverissimi e hanno trovato qua l'unico posto dove trovare un pur precario tetto. Ci sono anche diversi cittadini italiani, che sono arrivati qua al pari degli altri dopo aver perso la capacità di pagare un affitto e non riuscendo a trovare un lavoro.

Negli scorsi mesi le persone sgomberate da vari insediamenti nell'area di Tiburtina e Tor Cervara si sono riversate all'interno della fabbrica, e ora in molti stanno cominciando a cercare un altro posto dove andare. La pressione esercitata in questi giorni, con la presenza costante delle forze dell'ordine e le prime operazioni di pulizia, parlano di uno sgombero che sta venendo annunciato e pubblicizzato quanto più possibile, nella speranza che gli occupanti – privi di una vera e propria organizzazione – per la maggior parte lascino spontaneamente lo stabile prima dell'intervento delle forze dell'ordine che a questo punto sembra certo.

"Ma dove andiamo?", si chiedono tutti. Soprattutto chi è al secondo, al terzo o al quarto sgombero subito. Per questo le associazioni che sono intervenute nel ghetto per dare assistenza sanitaria e legale hanno chiesto a più riprese alle istituzioni di procedere con l'evacuazione e la messa in sicurezza dell'area e soprattutto di chi vi abita. Così sarà infatti inevitabile il proliferare di insediamenti informali, di ghetti ai margini della città. Situazione che rischia di peggiorare con l'espulsione dal circuito dell'accoglienza di almeno 1000 persone come effetto del Decreto Salvini, come denunciato anche dallo stesso Movimento 5 stelle in una mozione approvata in aula Giulio Cesare. Come se non bastasse l'area dell'ex Penicillina è piena di rifiuti tossici e amianto, chi si occuperà di bonificare l'area formalmente sotto sequestro e affidata alla pubblica amministrazione? Con quali risorse? Domande che al momento rimangono senza risposta.

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