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Gaia e Camilla travolte e uccise a Roma da un'auto

Gaia e Camilla, una perizia sull’auto di Pietro Genovese stabilirà perché non si è fermato subito

L’auto che ha investito le due sedicenni Gaia e Camilla su corso Francia si è fermata oltre duecento metri dopo il punto dell’impatto. Pietro Genovese ha arrestato la sua corsa perché la macchina si è fermata per un guasto o per l’attivazione del sistema di sicurezza, o per soccorrere le due giovani? A stabilirlo sarà una perizia.
A cura di Redazione Roma
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Sarà una perizia a stabilire le ragioni per le quali si è fermata l'auto guidata da Pietro Genovese, un suv della Renault modello Koleos di proprietà di una società, dopo aver investito le due sedicenni Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann. La vettura infatti ha arrestato la sua corsa solo dopo aver imboccato la rampa che da corso Francia va in direzione Parioli, più di duecento metri dopo il punto dell'impatto. L'ipotesi è che il ventenne, terrorizzato da quanto appena accaduto, non avrebbe fermato subito la vettura ma avrebbe continuato ad avanzare fino a quando un guasto alla macchina (che ha riportato diversi danni ben visibili nella parte anteriore) o il sistema di autoprotezione che entra in azione in questi casi, non ne hanno arrestato la corsa. Anche in questo caso non si configurerebbe nessun nuovo capo d'imputazione per il ragazzo che si è fermato nei fatti subito dopo l'impatto, ma la domanda se volesse o meno allontanarsi senza prestare soccorso rimarrebbe aperta.

La testimonianza di Tommaso che viaggiava con Pietro Genovese

In macchina con Genovese viaggiavano due amici, anche loro studenti universitari della Roma bene. Tommaso, anche lui 20 anni, ha raccontato agli inquirenti di non aver capito cosa fosse accaduto ma di essersi messo subito a urlare di fermare l'auto. Nella testimonianza resa il giovane racconta anche di essere rimasto in macchina assieme a Pietro mentre il terzo amico che viaggiava con loro è andato a vedere cosa era accaduto. "Non ho assistito direttamente all’incidente, guardavo in basso perché stavo chattando con il telefonino. – le parole di Tommaso riportate dal Corriere della SeraPerò ho sentito il botto, lo schianto. Ho capito che era successo qualcosa di grave. Mi sono messo a gridare. Dovevamo fermarci. Poi non sono sceso dalla macchina, avevo paura di guardare verso la strada. Anche Pietro è rimasto con me, Davide invece è andato a vedere".

"Impossibile evitarle, sono sbucate dal nulla"

E proprio Davide conferma la versione di Pietro su quanto accaduto: le due ragazze sono comparse all'improvviso di fronte alla loro auto, spuntando da davanti un'altra vettura che le ha evitate, e non è stato possibile fare nulla. Una manciata di istanti fatali che non scorderanno mai. Genovese è risultato positivo all'alcol test, mentre non è chiaro se guidasse sotto gli effetti di stupefacenti pure essendo risultato positivo all'utilizzo di cocaina e cannabinoidi. Secondo i primi rilievi viaggiava poi oltre i limiti di velocità consentiti.

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