Funerali Desirée, il padre: “Morto anche io con lei, è stata una trappola”
Una bara bianca ricoperta da rose candide al centro della chiesa di San Valentino a Cisterna di Latina. Accanto il padre, la madre e i nonni di Desiree Mariottini, la sedicenne stuprata e uccisa nel quartiere San Lorenzo a Roma. In tanti sono arrivati ai funerali della giovane per darle l'ultimo saluto dentro e fuori alla chiesa: parenti e amici indossano una maglietta con la sua foto. In suo ricordo, hanno portato mazzi di fiori e palloncini colorati, rosa, viola e bianchi. Ci sono anche striscioni, su uno si legge ‘Giustizia per Desirée'. In un altro, color lilla, lunghissimo, hanno scritto: ‘Non c'è direzione ma profumo di viole c'è. Tu cammina nel sole'. "Da quando è successo, sono morto pure io insieme a mia figlia – ha detto Gianluca Zuncheddu, padre della sedicenne, in un'intervista esclusiva ai microfoni di ‘Storie Italiane' su Rai1. "Io a mia figlia ci tenevo, la cercavo. Desirée per me era tutto e io per lei ero tutto". Il padre si è lasciato andare a un commovente racconto, mentre ripensa alla sera della tragedia: "Che idea mi sono fatto? L'hanno portata là: è stata una trappola. Voleva rimanere a Roma (quella sera, ndr) perché si è fidata. Desirée non si fidava di nessuno, non rimaneva in giro…rientrava sempre".
Agli aguzzini della figlia, o con coloro che non hanno immediatamente allertato i soccorsi "gli direi mi avete levato la vita, quella era la vita mia. Ma pure queste persone, queste ragazze che stavano insieme a mia figlia, spero gli facciano qualcosa. Queste persone sono carnefici. Sono diavoli, non sono persone normali". L'uomo aggiunge che la figlia "non si era mai bucata. Ti posso dire che fumava le canne e beveva una birra…una cavolata così". E alla domanda che tipo di ragazza era Desirée ha risposto: "Sempre bella, profumata, pulita, ordinata. Amava la vita, le piaceva divertirsi con gli amici. Se aveva un giubbotto te lo regalava. Hai capito com'era? Era così Desirée. Era bravissima".