Funerali Casamonica, il parroco: “Welby non era cattolico, Vittorio sì”
Continua a tenere banco il caso dei funerali di Vittorio Casamonica, a capo dell'omonimo clan della Capitale. In un videomessaggio diffuso su Askanews don Giancarlo Manieri, il sacerdote che officiato i discussi funerali, è intervenuto su uno dei tanti aspetti della vicenda che hanno suscitato polemiche: ossia il fatto che la stessa chiesa che ha ospitato le esequie hollywoodiane del boss abbia rifiutato i funerali di Piergiorgio Welby, l'attivista radicale deceduto nel dicembre 2006 a seguito di eutanasia: "Il paragone con Welby non è congruo – dice don Giancarlo -. In quel caso è intervenuto il vicario del Papa – il cardinale Camillo Ruini, ndr – assumendosene la responsabilità e disponendo che non si celebrassero i funerali. Welby era non più considerato cattolico – prosegue il sacerdote -. A me nessuno ha detto nulla". Don Giancarlo distingue poi tra i funerali e la preghiera: "Pregare per un morto, chiunque esso sia, non è proibito. Anche con Welby i salesiani hanno pregato, e molto, e la chiesa è rimasta aperta tutto il giorno".
Funerali Casamonica, denunciato elicotterista
Intanto il pilota che guidava l'elicottero che ha sorvolato la chiesa di Don Bosco giovedì mattina, lanciando petali di rosa sui presenti, è stato denunciato. Si tratta di un ex dipendente Alitalia, che ha ricevuto il provvedimento per non aver comunicato il piano di volo per la rotta seguita e per aver lanciato petali senza autorizzazioni. Il pilota, partito da Terzigno in provincia di Napoli, era già stato sospeso in via cautelativa dall'Enac, anche perché aveva effettuato una deviazione non prevista nei pressi della chiesa di Don Bosco scendendo sotto la quota minima prevista per il sorvolo delle città, fissata in 330 metri.
Sul fronte delle istituzioni iniziano invece ad emergere le prime falle nella catena di responsabilità sulla vicenda. In una prima relazione consegnata dalla prefettura – che dice di non avere contezza dell'accaduto – al ministero dell'Interno emerge come tre persone, il figlio di Vittorio Casamonica e due nipoti, avessero beneficiato di permessi speciali per allontanarsi dagli arresti domiciliari e presenziare alla cerimonia funebre. Permessi firmati dalla Corte d'Appello di Roma e notificati dai carabinieri, che dunque erano a conoscenza della data e dell'ora delle esequie.
La polizia locale, invece, precisa di essersi "limitata alla sola garanzia della sicurezza della circolazione". Il primo intervento è stato alle 11. Poco dopo, a funerlai in corso, sono arrivate segnalazioni ai carabinieri di Cinecittà e al commissariato Tuscolano.