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Folgore, riaperta l’inchiesta sulla morte del parà ucciso: “Giustizia per David Tobini”

Dalla Capitale parte la nuova indagine sulla morte di David Tobini, il 28enne militare del 183esimo Reggimento della Folgore, ucciso nella valle di Khame Mullawi, in Afghanistan. Il soldato romano cadde sotto un fuoco di fila di proiettili durante un’operazione prevista nella missione di pace, nel 2011. Le indagini furono archiviate con risultati ancora parziali. Non si esclude l’omicidio.
A cura di Angela Marino
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Reperti distrutti prima di essere analizzati, indagini chiuse prima ancora che i Ris depositassero la loro relazione. Se qualcosa è sfuggito alla prima indagine sulla morte di David Tobini – e così pare – la troverà la Procura di Roma. Dalla Capitale parte infatti la nuova indagine sulla misteriosa morte del parà del 183esimo Reggimento Nembo di Pistoia della Folgore, ucciso nella valle di Khame Mullawi, in Afghanistan. Ancora oggi non si sa da dove sia partito il fuoco di fila di proiettile sotto cui è caduto David e non si esclude l'omicidio volontario. La nuova indagine è stata voluta da Annarita Lo Mastro, madre del caporal maggiore morto nella missione del 2011 e richiesta da dal legale Paolo Pirani, che ha ottenuto il sì dela Procura, per la quale seguirà il caso il pm che fu titolare delle indagini su Giulio Regeni e padre Dall’Oglio. Il legale ha scelto per per la perizia balistica – cruciale in questo caso –  di affidarsi all'esperienza, di Martino Farneti, perito balistico di casi come quello di casi storici come quelli di Luigi Tenco e Ilaria Alpi.

Sotto la lente il conflitto a fuoco nel quale fu ucciso il 28enne romano: chi sparò il colpo alla testa che ha ucciso David?  Non è escluso che nel corso della nuova tranche di indagine vengano convocati e ascoltati i commilitoni di David, appartenente al 183esimo Reggimento Nembo di Pistoia, ma non solo. Davanti ai magistrati potrebbero essere chiamati anche i superiori del caporal maggiore scelto, coloro che autorizzarono l'operazione sulla quale, all'epoca, alcuni militari avevano espresso forti preoccupazioni. Si tratta di un intervento previsto nell'ambito della missione di pace a Bala Mourghab, uno dei territori più selvaggi dell’Afghanistan.  La prima inchiesta, infatti, quella scattata nei giorni successivi ai fatti fu archiviata in pochi mesi, in tempi ricord e con risultati di alcuni accertamenti ancora parziali. Oggi Annarita Lo Mastro, la madre del 28enne, non ammette più omissioni né zona d'ombra. "Giustizia per la morte di mio figlio David", ha sempre invocato la donna. E questa potrebbe essere la volta buona.

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