Fiumicino, Alessandro annegato nel canale. Il nonno accusa: “È stato ucciso”
Non ha dubbi Gino Righetti, il nonno di Alessandro il bimbo di 11 anni affogato in un canale a Maccarese, sul litorale romano nel comune di Fiumicino, la morte del nipote non è stato un incidente. "Non è possibile che Alessandro si sia allontanato da solo, non lo faceva mai. Lo hanno portato via e lo hanno ammazzato". Sul corpo del bimbo, ritrovato nel pomeriggio dello scorso lunedì da un poliziotto di Ostia fuori servizio, non sono presenti segni di violenza evidenti ma gli inquirenti sono cauti nel fare ipotesi. "Non è esclusa nessuna pista", vanno ripetendo, in attesa dei risultati dell'autopsia.
La prima ipotesi, negata con decisione dai nonni dove il ragazzino si trovava, è che Alessandro si sia allontanato volontariamente per finire chissà come nel canale d'irrigazione annegando. La seconda, di certo più inquietante, è che quello dell'11enne sia stato un gesto volontario: più di una volta aveva lanciato segnali allarmanti a scuola, dove era seguito da un'insegnante di sostegno. Episodi di autolesionismo, scatti d'ira e anche la manifestazione di propositi suicidi. Tanto che l'assistente scolastica aveva chiesto l'intervento del Tribunale dei Minori per verificare la serenità della vita familiare di Alessandro.
Dalle colonne de il Messaggero parla Simona, la mamma di Alessandro, che esclude che il figlio possa essersi tolto volontariamente la vita: "Per favore. Alessandro aveva 11 anni. Ma stiamo scherzando veramente? Un bambino sorridente e amato da tutti". Un ritratto molto diverso di quel bambino cresciuto con lei e i nonni, senza il padre, un bimbo "sensibile e intelligente. Il meglio che una mamma possa vole- re. Era sempre allegro e vivace". Ora gli investigatori passeranno al setaccio la strada dalla casa dei nonni al punto dove è morto Alessandro, per trovare eventuali tracce che indicano la presenza di altre persone che possano spiegare la sua morte.