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Estorsione, spaccio e tentato omicidio: così controllavano il racket delle case popolari a Tufello

Sgominato gruppo criminale che gestiva il racket delle case popolari in via Giovanni Conti al Tufello. Sei arresti con l’accusa di tentato omicidio, spaccio di droga, estorsione. L’inchiesta è partita da un agguato a colpi di pistola contro un’auto per il controllo di un appartamento.
A cura di Valerio Renzi
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Operazione di polizia quesa mattina all'alba al Tufello. Sei persone sono state arrestate con l'accusa di far capo allo stesso gruppo criminale con base tra le case popolari di via Giovanni Conti. Pesanti le accuse che vanno dal tentato omicidio all'estorsione, dallo spaccio di eroina e cocaina alla detenzione abusiva di armi da fuoco. L'inchiesta è partita da un tentato omicidio avvenuto lo scorso 18 febbraio su via Nomentana, quando non avevano esitato ad aprire il fuoco contro una macchina su cui viaggiavano anche due bambini. La colpa dell'occupante della vettura era quella di essere il legittimo assegnatario di una casa che il gruppo occupava abusivamente.

Il gruppo criminale era a conduzione familiare

Gli inquirenti hanno così ricostruito le attività della banda, che aveva al centro delle proprie attività proprio il così detto racket delle case popolari: con minacce e violenze prendevano possesso degli appartamenti, che poi mettevano sul mercato illegale della compravendita degli alloggi Ater, impedendone l'acceso ai legittimi assegnatari. Le indagini hanno consentito così di ricostruire le variegate attività criminali gestite tutte dalla stessa famiglia, guidata da Gianluca D'Ascenzo, pregiudicato già noto alle forze dell'ordine, e all'interno della quale ogni membro aveva un campo di competenza e compiti specifici.

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