Esplosione a Rocca di Papa, gli operai: “Abbiamo dato subito l’allarme, non siamo scappati”
Non sono scappati i tre operai che hanno bucato la tubatura del gas fuori dal palazzo comunale di Rocca di Papa. Anzi, hanno provato a rattoppare il foro e hanno dato l'allarme, come da prassi. Il problema è che probabilmente il livello di pericolo è stato sottovalutato. Dal racconto fatto dai tre operai al procuratore capo di Velletri Giuseppe Prete e al suo sostituto Giuseppe Travaglini, non sono emersi elementi di colpevolezza dei tre, che non sono nemmeno indagati. "Non stavamo fuggendo, anzi. Quando ci siamo accorti di avere bucato la tubatura abbiamo subito dato l'allarme e abbiamo cercato di rattoppare la perdita con un panno bagnato", queste le parole degli operai riportate da Il Messaggero. "La gente è anche uscita a vedere. Abbiamo detto di chiamare l'Italgas, poi abbiamo messo lo straccio come ci era stato detto".
Esplosione a Rocca di Papa, l'allarme forse sottovalutato
Gli operai sono arrivati al lavoro verso le 9 del mattino e hanno iniziato a scavare nel punto che gli era stato indicato, senza sapere che proprio lì c'era una conduttura del gas. I tre, per il pubblico ministero, sono solo ‘meri esecutori materiali', tanto che a finire nel registro degli indagati per disastro colposo e lesioni gravissime sono stati il geologo incaricato dal Comune di stilare il progetto esecutivo, il proprietario della TecnoGoe e il consulente e responsabile tecnico della ditta. Inizialmente si era creduto che i tre fossero scappati per aver provocato l'esplosione: rintracciati dai carabinieri di Isernia, sono stati invitati a tornare a Rocca di Papa per essere interrogati. Quando si è stabilito che non avevano nessuna responsabilità, sono stati immediatamente scagionati da ogni dubbio. Nell'esplosione del palazzo del Comune di Rocca di Papa sono rimaste ferite sedici persone, di cui due in modo grave: una è una bambina, l'altra è il sindaco Emanuele Crestini, ancora ricoverato in prognosi riservata.