Emergenza rifiuti, il Governo amico smentisce Raggi: “Indichi dove fare una discarica a Roma”
Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa sa cosa vuol dire gestire un'emergenza rifiuti, sa cosa vuol dire gestire un commissariamento, da militare in Campania ha contribuito in maniera determinante a far venire alla luce e a contrastare il fenomeno della terra dei fuochi. Proprio per questo Luigi Di Maio e il Movimento 5 stelle lo hanno fortemente voluto come ministro. Una scelta che però rischia di essere pagata a cara prezzo dalla sindaca dello stesso MoVimento Virginia Raggi. Costa lo scorso agosto ha costituito un'apposita cabina di regia per gestire la crisi del ciclo dei rifiuti nella capitale, e ora ha intimato all'amministrazione comunale di indicare il sito per una nuova discarica, tramite un atto della direzione ambiente,.
Da quando si è insediata la maggioranza pentastellata ha accusato la Regione Lazio, il cui Piano rifiuti è fermo da ormai troppo tempo, di non voler assumersi la responsabilità di indicare i siti per gli impianti addossando la fragilità del ciclo dei rifiuti a Roma alla mancata approvazione del Piano. Ma dal governo arriva un'indicazione chiarissima: i siti per gli impianti devono essere indicati dalla Città Metropolitana (la cui assemblea è presieduta da Raggi ma dove il M5s non ha la maggioranza assoluta), che poi deve passare la palla alla Regione che potrà così procedere alla chiusura del ciclo dei rifiuti nel Lazio approvando il nuovo Piano.
L'indicazione inequivocabile dal Governo amico arriva in un momento che più difficile non si può sul fronte monnezza. Domani in III Municipio i cittadini manifesteranno contro l'impianto Tmb dell'Ama i cui miasmi avvelenano una zona densamente popolata, mentre la raccolta è in affanno per il contenzioso aperto tra Ama e la coop 29 giugno, con il risultato che in molti quartieri i sacchetti della differenziata si accumulano fuori i cassonetti. Ieri il presidente di Ama, Lorenzo Bagnacani, ha assicurato che da domani la situazione tornerà alla normalità. Come se non bastasse a rischio è lo stesso bilancio di Ama, con l'assessore Lemmetti determinato a non riconoscere alla municipalizzata un credito nei confronti del Campidoglio di 18 milioni di euro per servizi cimiteriali, riferito a un periodo precedente al 2014. Dopo la chiusura di Malagrotta la scelta di un sito per aprire una discarica transitoria a Roma e provincia, non porta di certo consensi. Ragione per cui Raggi e la sua maggioranza hanno insistito affermando che non ce ne è bisogno e che in ogni caso la decisione spetta alla Regione Lazio di Zingaretti.
Di fronte alle indiscrezioni dei giornali dal ministero dell'Ambiente una nota che smorza i toni ma conferma la sostanza delle richieste avanzate al Campidoglio"Come ben si sa i lavori sono in svolgimento e il mandato è di chiudere entro il 30 novembre, quindi qualsiasi ricostruzione è fantasiosa. Rammentiamo che l'obiettivo di questo lavoro è un affiancamento tecnico del Ministero dell'Ambiente alle tre istituzioni, coadiuvato dal prefetto: la Regione Lazio, che da sei anni deve stilare il piano regionale dei rifiuti, la città metropolitana per la raccolta dell'indicazione dei siti idonei dai comuni della provincia e Roma Capitale, la quale ha dal suo canto avviato la raccolta differenziata porta a porta per una platea di 130 mila abitanti. Entro il 30 novembre arriverà la relazione tecnica che poi sarà affrontata a livello politico entro il 30 dicembre. I lavori sono in corso e il commento di qualsiasi fase interlocutoria appare prematuro".
Ma dal Movimento 5 stelle arriva secca la smentita, in una nota firmata dai parlamentari del Movimento 5 Stelle di Commissione Ambiente di Camera e Senato Stefano Vignaroli , Paola Nugnes e il vicecapogruppo M5s alla Camera Alberto Zolezzi: “Basta giochi sporchi dalla Regione Lazio a guida Pd sui rifiuti di Roma. Il Ministro dell’Ambiente Costa ha smentito le fantasiose ricostruzioni dei quotidiani romani, non c’è alcuna tensione con Roma Capitale e nessuna bocciature. Piuttosto è la Regione Lazio che non ha fatto nulla in questi anni, non aggiornando mai il suo piano fermo a 6 anni fa, intanto Roma Capitale ha già un piano 2017-2021 che punta al 70% di differenziata e la riduzione nella produzione realizzando impianti di compostaggio e riciclo materia”.
Incassa l'assessore regionale Massimiliano Valeriani, ringraziando “il prezioso lavoro di coordinamento del Ministero dell’Ambiente" che "ha permesso di evidenziare competenze e responsabilità delle varie istituzioni coinvolte nella redazione del nuovo Piano rifiuti del Lazio". "In molte occasioni ho ribadito che la Città Metropolitana di Roma avrebbe dovuto indicare attraverso un atto di Consiglio le aree idonee e non idonee alla realizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti nel territorio della provincia di Roma. La Regione sta lavorando da mesi alla revisione del Piano, ma senza quel passaggio politico della Città metropolitana non è possibile procedere correttamente", ha aggiunto l'es